Tra gli strumenti di investimento che risultano più apprezzati - e quindi più utilizzati - dai risparmiatori italiani ci sono senza alcun dubbio i conti deposito, che permettono di far fruttare il denaro con rendimenti certi. Si tratta di soluzioni a costo zero, o quasi: in linea di massima, la sola spesa a cui si deve far fronte è quella relativa all'imposta di bollo conto deposito, oltre - ovviamente - alla tassazione degli interessi, che però non colpisce direttamente le tasche degli investitori. L'imposta di bolloè progressiva, ma se si è intenzionati ad aprire un conto deposito vale la pena di prendere in considerazione le offerte di quelle banche che propongono soluzioni a zero spese prendendo in carico tutti i costi che dovrebbero essere sostenuti dalla clientela.
Conto deposito: tutto quello che c'è da sapere
Riuscire a ottenere una remunerazione piuttosto elevata sul denaro che viene depositato in un conto ad hoc e vincolato sul medio o sul lungo periodo è facile grazie agli interessi che vengono riconosciuti. L'imposta di bollo conto deposito, in generale, non rappresenta un ostacolo insormontabile, nel senso che non incide più di tanto sulle entrate che si ottengono: anche per questo motivo il conto deposito merita di essere considerato uno strumento decisamente facile da usarenel mondo degli investimenti. Collegato a un conto di appoggio, cioè un conto corrente grazie a cui il denaro può essere versato o prelevato, il conto deposito può essere aperto da chiunque, inclusi i cattivi pagatori.
Come si calcola l'imposta di bollo
Al di là delle imposte che sono previste sugli interessi, come si è detto, la spesa che più di tutte grava sui guadagni che si possono ottenere attraverso un conto deposito vincolato o libero è quella relativa al bollo. C'è chi l'ha definita una mini-patrimoniale, ma al di là dei soprannomi ciò che conta è la modalità con cui la si deve calcolare. Il calcolo è progressivo e corrisponde allo 0.20% delle somme che vengono versate, a differenza di quel che accade per il conto corrente, con l'imposta di bollo che è sempre uguale. Molti istituti di credito, in ogni caso, propongono conti a zero spese, sia per l'apertura che per la gestione, ma soprattutto per il bollo.
L'imposta al 2 per mille
Con un rapido calcolo, è facile intuire che l'imposta di bollo corrisponde al 2 per mille della somma che è stata depositata, anche se è necessario tenere conto delle significative differenze che entrano in gioco tra le persone giuridiche come le società e le persone fisiche come i normali risparmiatori. Per le persone giuridiche, infatti, è previsto un tetto di 14mila euro che non può essere superato.Fino a qualche tempo fa, la tassa sull'imposta di bollo era pari all'1.5%, ma con la Legge di Stabilità del 2014 è stata aumentata. Tuttavia, con la stessa legge si è provveduto ad abolire l'importo minimo da pagare, che era pari a 34 euro e 20 centesimi all'anno. Va ricordato che per il calcolo del bollo si deve fare riferimento alla data in cui l'estratto conto viene prodotto.Nel caso in cui l'imposta di bollo su conto deposito non sia a carico della banca ma debba essere pagata direttamente dal risparmiatore, per capire se la proposta con cui si ha a che fare è conveniente sul piano economico non bisogna far altro che sottrarre la tassazione sugli interessi e, appunto, la voce relativa al bollo.