Osteopata: il meccanico del corpo

Sempre più spesso quando si ha un dolore o un problema ci si sente consigliare di rivolgersi ad un Osteopata in alternativa ad altre figure specializzate come il fisioterapista o il medico.Per prima cosa è fondamentale dare una definizione di osteopatia: essa è un approccio olistico di cura della persona che ha le sue radici in un trattamento manuale che prevede una valutazione, una diagnosi, e infine un trattamento. Ma come si diventa osteopata?  Cosa fa nello specifico? A queste domande ha risposto Michela Podestà, 32 anni, nata e cresciuta a Genova.Michela è osteopata da sei anni e Docente di Osteopatia Strutturale e Miofasciale presso la scuola IEMO di Genova da cinque anni. Lavoro come Osteopata in due studi, uno a Genova e uno a Sestri Levante e lavora anche come insegnante. Durante il suo lavoro come libera professionista in studio è da sola con i suoi pazienti, mentre come insegnante esiste anche una parte di lavoro di squadra con l'intero corpo docente. Ci confessa di ritenersi una persona molto fortunata perché fa non uno, bensì due lavori che ama molto.

Le aree di competenza dell’osteopata

Osteopata, il meccanico del corpo

Alla domanda quale sia la sua specifica area di competenza, ci spiega che questo settore della medicina olistica è molto vasta in quanto si lavora su tutto il corpo quindi su problematiche numerose e anche molto diverse tra loro. Si può dire comunque – afferma Michela - che l'Osteopata sia il  "meccanico" del corpo umano perché si occupa di tutti i problemi che hanno un'origine meccanica – aggiunge - i sintomi o le patologie che possono avere una causa di tipo meccanico sono tante, per esempio i problemi legati a traumi (es. distorsioni di caviglia o ginocchio, colpo di frusta ecc.), i problemi legati al modo in cui si chiudono i denti (mal occlusioni che possono portare vertigini, acufeni, cefalee o problemi cervicali), oppure problematiche legate e tensioni viscerali causate da infiammazioni oppure aderenze”.In generale comunque l'Osteopata tratta pazienti di tutte le età, dal neonato all'anziano passando per lo sportivo e per la donna con problemi di fertilità, di solito i motivi per cui i pazienti si rivolgono agli osteopati sono dolori muscolo-scheletrici o problemi alla colonna vertebrale ma, ci dice, si occupano anche di problemi viscerali, fertilità, irregolarità del ciclo mestruale, cefalee, vertigini, ecc.

Una passione che diventa lavoro

Le motivazioni che hanno spinto Michela a intraprendere questa carriera, hanno radici molto profonde. Fin da bambina ha conosciuto molti adulti che facevano lavori che odiavano fare quindi Michela ha da sempre avuto l'obiettivo di fare un lavoro che le piacesse. Crescendo, ha capito di avere una passione veramente grande per l'anatomia e la fisiologia umane e quando per caso è stata da un Osteopata per un mal di schiena che le ha parlato della scuola di Osteopatia di Genova, ha scelto di intraprendere questa strada. Oggi Michela ci confida di essere molto felice in quanto la strada intrapresa si è rivelata essere quella giusta.Michela ci racconta inoltre del suo desiderio di indipendenza: “Volevo un lavoro che mi permettesse di essere automa, volevo essere io il capo di me stessa, e anche per questo motivo il lavoro come libera professionista si è rivelato quello giusto - aggiunge - il mio lavoro è stimolante, appassionante e sempre diverso perché ogni persona è un universo a sé e quando sono in studio con il mio paziente immersa nel mio lavoro non penso ad altro, la mia testa si svuota e io vivo il momento presente al cento per cento: in quel momento qualsiasi problema smette di esistere, resta solo quello che sento con le mie mani”.

Consiglio per chi soffre di reflusso gastrico

Abbiamo poi chiesto a Michela se si sente di dare un consiglio alle tante persone che soffrono di reflusso gastrico. Michela ha dato un consiglio che vale per tutti i sintomi: “Se il tuo corpo manifesta un disagio, un sintomo, c'è sempre un motivo e quello che è indispensabile fare per risolvere il problema è capire qual è il motivo della sua esistenza, in modo da cominciare la terapia più appropriata – ci racconta  - troppo spesso capita che appena una persona sente un sintomo prende farmaci o fa terapie auto prescritte senza sapere la causa reale del suo problema ed agire così è come muoversi a caso nel buio”. “La cosa migliore da fare - consiglia Michela - è affidarsi ad un professionista per capire la causa del problema e poi decidere come procedere – aggiunge - il nostro corpo non è stupido, se dà segni di disagio lo fa per comunicarci qualcosa e noi dobbiamo ascoltarlo, non limitarci a silenziare il sintomo”.

I problemi dei pazienti

I problemi che Michela riscontra maggiormente in sede di consulto sono cervicali, cefalee, lombalgie, sciatalgie, cruralgie, quindi diciamo dolori osteomuscolari. Nel colloquio anamnestico - ci dice - emergono spesso problemi di insonnia, problemi viscerali come disordini di stomaco ed intestino e anche problemi legati a stress prolungati o tensioni emotive che indiscutibilmente condizionano molto la fisiologia e purtroppo stanno diventando i mali del nostro tempo, quindi – dice Michela - magari alla fine emerge che quel dolore al collo è dovuto ad un problema allo stomaco a sua volta causato da un periodo di forte stress, questo quadro è abbastanza tipico: è come risalire gli anelli di una catena”.

I vantaggi dell’osteopatia

Il vantaggio principale dell'Osteopatia, secondo Michela, sta nel fatto che l'obiettivo del loro lavoro è proprio quello di risalire alla causa originaria del problema per risolverlo del tutto e fare in modo che non si manifesti più. Gli Osteopati poi sono in grado di capire se il problema in questione è risolvibile esclusivamente con il trattamento osteopatico, oppure se è necessaria la collaborazione di altre figure sanitarie che nel caso vengono indicate nello specifico. Inoltre, il trattamento osteopatico non è invasivo, permette di evitare o ridurre molto il consumo di farmaci e può essere effettuato anche in fase acuta con un immediato sollievo.

I segnali inviati del corpo

"Il problema –dice Michela– è che poche persone riescono a comprendere i segnali inviati dal corpo, direi che a volte ci riescono gli sportivi che hanno una buona sensibilità, oppure i danzatori e chi pratica yoga o meditazione, ma la maggior parte delle persone ha una scarsa consapevolezza di sé, sia del corpo che delle proprie emozioni”.A tal proposito Michela cerca di sensibilizzare e soprattutto di responsabilizzare i suoi pazienti sotto questo punto di vista anche se, a detta sua, non è per niente facile: “Le persone pensano - devo star bene perché devo lavorarecome se il corpo fosse solo un oggetto da utilizzare al massimo per le proprie necessità e non pensano alla qualità della loro vita: ma se la qualità della vita è bassa, cioè zero attività fisica, mangiare male, dormire male e vivere stressati, il nostro corpo non può stare bene e quindi emerge un sintomo, un dolore, per farci capire che stiamo sbagliando qualcosa e che dobbiamo cambiare per evitare di ammalarci”.Michela ha infine un espresso un pensiero secondo il quale ognuno periodicamente dovrebbe fermarsi un attimo a pensare alla qualità della sua vita sotto tutti i punti di vista e se qualcosa non funziona cercare di rimediare. “Questo significa prendersi la responsabilità di sé stessi e soprattutto volersi bene”.

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