Cosa fa un architetto di interni?
In questa intervista Gian Paolo Guerra ci spiegherà cosa fa nel concreto e qual è l'attività di un architetto di interni, quali sono i rapporti con i suoi clienti e come fa ad orientarli nella scelta.
1. Come è nata la sua attività?
Ho una formazione particolare… mi sono prima laureato in giurisprudenza e dopo diplomato in “architettura d’interni” (è un corso triennale) all’Istituto Europeo di Design di Roma (IED). Durante l’ultimo anno di IED ho fatto uno stage in uno studio di architettura romano e subito dopo ho iniziato a collaborare, su Milano, con un’amica architetto… dopo qualche mese ho trasformato il mio alloggio a Roma in una casa/studio ed ho iniziato la mia attività di libero professionista nel mondo degli interni occupandomi di ristrutturazioni/progettazione d’interni/arredamento/workshop/home shopping.
2. Chi è un “architetto d’interni”?
Un architetto d’interni si occupa di progettazione degli interni, residenziali e non. Ci si rivolge a lui per ristrutturare la propria abitazione, per un restyling o anche solo per una consulenza sull'arredamento. Questo vale non solo per il residenziale, ma anche per il turistico/ricettivo o per uffici, studi professionali o esercizi commerciali. In Italia, la qualifica professionale di architetto d’interni (il cosiddetto interior designer) non è riconosciuta. Si esercita questa professione spesso con un titolo privato, magari spendibile sul mercato (come nel mio caso che ho studiato interior design allo IED di Roma). Credo che nel settore della creatività valga molto più ciò che si sa fare rispetto ad un titolo, è più facile che la meritocrazia la faccia da padrone”.
3. Che rapporto ha con la committenza?
Il rapporto con la committenza è, da sempre, la spina nel fianco di chi come me si occupa d’interior: non mi stancherò mai di ripetere che il nostro lavoro non viene fatto solo per gratificazione personale, ma bisogna rispettare le varie sensibilità, oltre alle reali esigenze della committenza (troppo facile imporre il proprio gusto senza ascoltare invece prima le richieste od anche i sogni dei clienti). E’ importante, a mio avviso, interpretare il gusto del cliente e rispettarlo il più possibile. E’ un lavoro di squadra, mettiamola così.
4. Come si fa ad orientare il cliente nella scelta migliore per lui?
Il fai-da-te può esser divertente, ma quando ci si rivolge ad un professionista del settore, ad un bravo interior designer, la differenza salta subito agli occhi. Per fare una bella casa non basta solo avere buon gusto, come pensano in molti, ci vuole altro: è un lavoro tecnico, è necessario avere delle basi di disegno e rappresentazione grafica, bisogna aver percezione dello spazio e delle proporzioni. L’armonia, in un interno, è frutto di sapienza e non d’improvvisazione. Costruire le atmosfere e saperle coglierle non è elementare. La prima cosa da fare è un sopralluogo presso la casa del cliente per rendersi conto delle esigenze, dello stile di vita, dell’area di gusto della committenza, del tono e del budget a disposizione. Una volta stabilito di cosa hanno bisogno, provvedo o alla progettazione (nel caso di ristrutturazione) o al restyling (nel caso non si vogliano intraprendere opere murarie). Realizzato e approvato il progetto, con la scelta dei materiali, inizia la fase della semplice consulenza di arredo, unitamente al progetto luce e colore (illuminazione degli ambienti, posizionamento e scelta di punti luce e relative fonti luminose, scelta tinteggiatura ed uso delle finiture, abbinamenti di finiture, colori e materiali con l'arredo).La ricerca poi dei pezzi può avvenire insieme al cliente oppure no. Spesso le persone che hanno poco tempo delegano completamente questa parte al consulente.
Ringraziamo Gian Paolo Guerra per il tempo che ci ha dedicato.