Ecco i principali motivi per scegliere tra un mixaggio analogico o digitale
Abbiamo intervistato Gianluca Zanin responsabile del artigianstudio.net e ci ha ha parlato delle caratteristiche del mixaggio analogico e digitale.
1. Qual è la differenza tra mixaggio analogico e digitale?
Dopo la fase di registrazione e/o di produzione avviene la fase di mixaggio in cui tutti i suoni (strumenti, voci, ecc…) che compongono una canzone vengono “assemblati”, o più precisamente sommati. Il mix analogico viene eseguito con macchine tipo mixer, equalizzatori, compressori, ecc. che lavorano un segnale elettrico; nel mix digitale invece, ogni suono rimane codificato da serie di “1” e “0” all’interno di un computer e le operazioni di sommatoria, equalizzazione e compressione avvengono grazie ad algoritmi, tramite programmi chiamati plug-ins. La differenza dunque consiste non solo nella strumentazione ma soprattutto nella natura del suono stesso che si maneggia.
2. Quali sono i vantaggi dell'uno e dell'altro?
Il digitale rispetto all’analogico è come il fratello minore che vuole fare le stese cose del fratello maggiore, imitandolo spesso nei difetti, quindi è naturale pensare che il primo punto a favore del mix analogico sia quello di essere il “vero ed unico”, il riferimento di suono. A livello pratico un vantaggio che ha l’utilizzo del mix analogico è il di poter "toccare con mano" il suono. Ciò comporta un approccio al mix diverso diventando una sorta di performance nella fase iniziale del brano. Faccio questo lavoro da diverso tempo e quando mixo in digitale, nei primi minuti capita ancora di non avere idea da dove iniziare; mentre in analogico, una volta assegnati ai vari canali i diversi elementi, viene naturale alzare i fader e fare dei pre-volumi del brano, dando modo di studiarlo e capire i lavori ulteriori da fare. Sebbene anche in questo caso ritroviamo le stesse possibilità per il digitale devo dire che con EQ e compressori analogici ho un feeling migliore, apprezzando in particolare le leggere distorsioni che si possono creare.
E poi c’è il fattore X, la casualità, ciò che non ti aspetti, una mandata ad un effetto aperto, un EQ di un brano precedente, una saturazione inaspettata, un “comportamento” che può a volte creare quello che mai avresti pensato o l’inimitabile. Anche mixando in digitale, si ottengono ottimi risultati, alla fine ciò che conta è l’orecchio e l’interpretazione di chi sta mixando. Un primissimo vantaggio del mix fatto a computer è la comodità del “total recall”, ovvero la possibilità di riaprire un progetto con gli stessi volumi e settaggi usati in precedenza.
Personalmente quando ho molti brani da mixare in poco tempo, utilizzo questo metodo che mi permette di dare un impronta veloce a più brani per poi rifinirli e chiuderli in un secondo momento, dopo averli ascoltati più volte al di fuori dello studio. Un altro vantaggio è di tipo economico: l’attrezzatura per il mix digitale costa molto meno e un plug-in può essere usato anche su tutte le tracce, mentre in analogico (a meno che non si sia milionari) spesso bisogna scendere a compromessi e non usare qualcosa perché già in uso. Nonostante i plug-ins siano delle copie di macchine analogiche ve ne sono alcuni di interessanti, con caratteristiche uniche che non esistono nel “mondo reale”.
3. Quali sono gli strumenti che utilizzi per il tuo lavoro?
La regia in cui lavoro è fornita sia di mixer analogico e di ottimi outboard esterni (pre-amplificartori, compressori, EQ, effetti) che di un computer potente e ottimi plug-ins. A seconda del progetto e del budget decido insieme al cliente come lavorare. Quando mixo mediamente sfrutto l’analogico ma avendo 24 canali disponibili spesso lavoro svariate tracce nel computer. Viceversa a volte quando mixo in digitale faccio la somma analogica dei diversi gruppi sfruttando solo i fader del banco. Una cosa che utilizzo molto è la live room dello studio, in cui spesso “sparo” tracce di voce, synth o altro catturandone il riverbero naturale e utilizzandolo nel brano.
4. In cosa consiste lo sfruttamento dell'unicità dei suoi progetti?
Come i musicisti ed i cantanti, anch'io come fonico sono alla continua ricerca del mio sound. Questo miglioramento avviene grazie al continuo ascolto di musica di qualsiasi genere ma soprattutto cercando sempre di sperimentare e infrangere le regole. È una ricerca difficile, anzi è “la ricerca”, ma questo si sa: è la linfa vitale per chi lavora in campo artistico.