L’arte della fotografia d’interni
Abbiamo intervistato un esperto di Studio Daido con lo scopo di conoscere un po’ più da vicino l’affascinante mondo della fotografia per interni. Ritrarre gli ambienti nel migliore dei modi richiede una grande attenzione per i dettagli, molto buon gusto e diverse competenze tecniche.
Quali sono tre tipi di inquadrature che sconsigli assolutamente nell’ambito della fotografia di interni?
Nelle fotografie d’interni, soprattutto in quelle commissionate dalle agenzie immobiliari, si vedono spesso inquadrature con grandangoli molto spinti. Questa è sicuramente una delle inquadrature che sconsiglio. È vero che fanno sembrare le stanze più grandi, ma deformano tutto! Altre volte mi capita di vedere foto con l’orizzonte in diagonale. Anche questo non mi piace affatto. Va bene mettere un’angolazione nel caso di dettagli o di una foto d'atmosfera - ad esempio quelle che si fanno per i ristoranti e gli hotel - ma se vogliamo fotografare una stanza nel suo complesso, non ha senso ritrarla per obliquo. Un’altra bruttura è rappresentata dalle inquadrature con grandangoli spinti, con un oggetto in primissimo piano e tutto il resto dietro, ovviamente deformato.
Quali sono, a tuo avviso, i cinque attrezzi necessari per poter eseguire degli scatti di qualità?
Per la fotografia di interni direi che servono soltanto tre cose: in primis un buon cavalletto, solido e stabile; una testa con i tre movimenti separati e, infine, un obiettivo grandangolare non inferiore ai 24 mm. Alcune riviste, infatti, nemmeno pubblicano foto scattate con l’obiettivo fisheye o altre lenti eccessivamente spinte. Nel caso di ambienti con differente quantità di luce possono servire anche flash da studio e softbox.
Quali sono, a tuo avviso, i cinque attrezzi necessari per poter eseguire degli scatti di qualità?
Per la fotografia di interni direi che servono soltanto tre cose: in primis un buon cavalletto, solido e stabile; una testa con i tre movimenti separati e, infine, un obiettivo grandangolare non inferiore ai 24 mm. Alcune riviste, infatti, nemmeno pubblicano foto scattate con l’obiettivo fisheye o altre lenti eccessivamente spinte. Nel caso di ambienti con differente quantità di luce possono servire anche flash da studio e softbox.
Credo che durante la realizzazione di foto d’interni sia molto difficile rendere giustizia allo spazio che ci circonda. Quali consigli daresti a chi si approccia alla fotografia d’interni a questo proposito?
La prima cosa che consiglierei è di sfogliare tante riviste di interni per prendere spunti, osservare le inquadrature scelte, studiare le luci naturali ed artificiali ed analizzare attentamente lo styling. Non sempre si ha a disposizione uno stylist che prepari tutto il set alla perfezione, dal divano alla forchetta sulla tavola, perciò sviluppare un buon occhio per l'allestimento è incredibilmente utile.
Alcuni spazi, tra l’altro, hanno delle caratteristiche che rendono difficile fotografarli, come ambienti con una scarsa luce naturale e gli spazi stretti e piccoli. In questi casi consiglio di fare la cosa più semplice, ovvero posizionare un flash in modo da potenziare o imitare la luce di una finestra. Credo che la semplicità sia sempre la migliore strategia da adottare. Solo gli esperti del settore sono in grado di ritrarre gli ambienti con estrema accuratezza, conferendo la giusta dose di dinamicità e luminosità agli ambienti. La fotografia d’interni può valorizzare pienamente gli spazi, ponendosi a metà strada tra la fotografia d’arte e quella con fini promozionali.