Lo spessimetro: un buon alleato sia per i carrozzieri che per i periti assicurativi
I costanti progressi delle vernici di ultima generazione hanno contribuito ad aumentare in modo significativo la qualità della verniciatura dei veicoli. A ciò hanno contribuito anche il miglioramento dei trattamenti anti-corrosione destinati alla carrozzeria e l'evoluzione dei processi di verniciatura in fabbrica. In molti casi, infatti, le anomalie che si formano in corrispondenza delle superfici verniciate sono la conseguenza di carenze relative alla preparazione delle lamiere.
1. Quando i veicoli vengono riverniciati
I problemi di corrosione della scocca o di verniciatura oggi rappresentano una rarità, anche se non possono essere esclusi del tutto. Può comunque accadere che un certo modello, in seguito a un danno di trasporto o a un vizio riscontrato in catena, venga riparato e poi riverniciato, anche se solo in parte. In una situazione del genere, non si può far altro che provvedere a una riparazione, indispensabile per far tornare il veicolo come nuovo. Tuttavia, al di là della qualità apparente dell'intervento, nel caso in cui il valore del veicolo nuovo sia deprezzato dall'entità della verniciatura sarebbe opportuno che essa venisse dichiarata al cliente, il quale dovrebbe essere posto nelle condizioni di sapere la realtà effettiva per poi decidere se acquistare l'auto, se rifiutarla o se richiedere semplicemente un prezzo più basso.
2. Come vengono nascosti i difetti
In ogni fabbrica, per altro, è previsto un reparto, al termine del ciclo di montaggio e di verniciatura, che ha lo scopo di effettuare ritocchi localizzati al fine di cancellare le tracce di possibili vizi estetici, anche di lieve entità, con procedimenti come la lucidatura, la carteggiatura fine o la verniciatura dei pannelli. Sia chiaro, però: non è detto che una riparazione in quanto tale composti sempre e comunque una riduzione del valore del mezzo.
3. Come comportarsi in caso di contestazioni
Se tra il cliente e il venditore sorge una contestazione relativa a una eventuale riparazione sulla carrozzeria che non è stata dichiarata, una mossa intelligente può essere quella di rivolgersi a un carrozziere esperto per richiedergli un parere. Quando ciò non è possibile, comunque, si può ricorrere a un'altra soluzione, per altro priva di margini di errore, che consente di verificare se il lavoro è stato eseguito a regola d'arte anche per la parte riverniciata: si tratta di far riferimento a uno spessimetro per vernici. Si procede, in particolare, a una misurazione con uno spessimetro magnetico o digitale, attraverso il quale si può verificare lo spessore degli strati di vernice della zona che si ritiene riparata.
4. A cosa serve lo spessimetro
Di certo, infatti, una parte della carrozzeria che è stata riparata e poi riverniciata è caratterizzata da uno spessore più elevato. Lo strato di vernice e il sottofondo sono più spessi della vernice originale, a maggior ragione nel caso in cui il lavoro abbia previsto un impiego consistente di stucco riempitivo. Ovviamente si tratta di misurazioni nell'ordine di micron (1 micron è pari a 1 millesimo di millimetro), su effetti che sono difficili da riscontrare a occhio nudo. In linea di massima lo spessore di una verniciatura originale con trasparente è compreso tra i 90 e i 130 micron per un'auto moderna. Su un modello di fascia premium si oscilla tra i 150 e i 200 micron.
5. La differenza con le parti riverniciate
Su uno stesso modello, si possono notare oscillazioni tra uno standard minimo e uno standard massimo. Ad esempio su pannelli differenti, senza che tale eventualità rappresenti un'anomalia. Nel caso di una zona riverniciata in post-produzione, invece, lo spessore è compreso tra i 190 e i 230 micron per una vettura di classe bassa, ma se è stata utilizzata una grande quantità di stucco si può arrivare perfino a 600 micron. Ecco perché lo spessimetro per vernici, al giorno d'oggi, è un dispositivo fondamentale per i carrozzieri e per i periti assicurativi. Oltre che per gli ispettori tecnici delle case automobilistiche.