Il costo di un divorzio congiunto oscilla tra i 1000 e i 1500 euro. Tuttavia, le variabili che possono influire sul prezzo sono molteplici. Ad esempio, il costo di una separazione presso un avvocato che opera in regime forfettario è inferiore rispetto alla prestazione di un professionista tenuto a pagare l'IVA nella misura del 22% sulla base imponibile della parcella.
Divorzio congiunto, divorzio giudiziale e separazione: facciamo chiarezza
Per porre fine a un matrimonio in Italia, è necessario intraprendere due procedure distinte: prima la separazione e, successivamente, il divorzio.Nel caso in cui ci sono figli minori a carico, o sorge la necessità di assumere accordi patrimoniali, è necessario rivolgersi a un tribunale sia in caso di separazione che di divorzio. Vi è anche la possibilità che la separazione o il divorzio vengano regolati da una procedura, denominata negoziazione assistita. Attraverso questa procedura l’avvocato opera un’attività di negoziazione e redige un verbale che, sottoposto al vaglio del pubblico ministero, consente di giungere a un provvedimento analogo alla sentenza di un tribunale. I coniugi senza figli possono rivolgersi direttamente all’Ufficio dello Stato Civile e gestire la separazione in modo autonomo e molto più economico, purché non vi siano accordi patrimoniali da risolvere. Ad esempio, questo potrebbe essere il caso di due coniugi che abitano in appartamenti in affitto e senza figli a carico. Quando ci sono figli minori (o maggiorenni non economicamente autosufficienti) o accordi patrimoniali da risolvere, è necessario coinvolgere il pubblico ministero e rivolgersi a un tribunale. Possiamo definire due distinte procedure di divorzio:
divorzio congiunto: in questo caso, come anche per la separazione consensuale, entrambi i coniugi portano in tribunale delle condizioni di divorzio (o di separazione) precedentemente concordate tra loro;
divorzio giudiziale: si verifica quando i coniugi non hanno raggiunto degli accordi e sono ancora in fase di contrattazione.
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Costi e tempistiche del divorzio
Le due procedure elencate si differenziano in termini di tempo ma anche di costi. Un divorzio congiunto (così come una separazione consensuale) può essere gestito dal tribunale in tempi molto rapidi (a volte, in appena qualche mese). Attualmente, questa tipologia di divorzio potrebbe essere trattata senza richiedere necessariamente la comparizione dei coniugi in tribunale. In questi casi, la sentenza viene emessa senza la partecipazione diretta dei coniugi davanti al giudice. I divorzi giudiziali, così come le separazioni giudiziali, sono molto più complessi di quelli congiunti. Queste procedure rischiano di trasformarsi in battaglie legali che potrebbero durare anni e che invadono profondamente sia i rapporti tra coniugi che tra genitori e figli. I costi di questa pratica risultano nettamente superiori rispetto a un divorzio congiunto e non sempre tutti i costi che si sosterranno possono essere opportunamente preventivati. Ad esempio, potrebbe essere necessario compiere una valutazioni reddituale, compiere interrogatori delle parti o di altri testimoni, o richiedere il coinvolgimento del Servizio Sociale.Imbattersi in una procedura di divorzio litigiosa richiede enormi sforzi economici e in termini di tempo. Per questa ragione, ogni avvocato ha l’obbligo di istruire il cliente sulla durata e sul costo della procedura da intraprendere in modo che i coniugi possano scegliere responsabilmente, laddove fosse possibile, la tipologia di divorzio più adatta alle loro esigenze.
Chi paga le spese?
Quando i coniugi si recano dallo stesso avvocato, nel caso di separazioni consensuali o divorzi congiunti, spetterà a loro decidere in che modo dividersi i costi della prestazione. Una procedura non litigiosa di questo tipo ha un netto vantaggio economico per i coniugi poiché consente loro di dividersi equamente i costi di un’unica parcella. Al contrario, qualora i coniugi scegliessero di rivolgersi a professionisti differenti, ognuno dovrà pagare le spese relative al proprio avvocato.Quando una procedura è litigiosa, ovvero nel caso in cui sia il tribunale ad emettere una sentenza di divorzio o separazione, si segue generalmente il principio della soccombenza. Secondo tale principio, il coniuge che perde in giudizio è tenuto a pagare le spese legali. Tuttavia, questo principio non è sempre applicato, ben potendo il tribunale optare per la compensazione delle spese di lite tra le parti.