C’è separazione e separazione. La presenza di figli minorenni, ad esempio, non è affatto ininfluente, ma deve far aumentare il livello di attenzione. Perché? Perché questi “soggetti deboli” vanno protetti. Mai come in questo caso il conflitto tra marito e moglie deve essere superato ma non a discapito di tutto e di tutti. La separazione consensuale è, certamente, lo strumento migliore. Ricordando, però, che il tribunale controllerà il contenuto degli accordi nella parte in cui riguardano i figli. Tutelando i loro interessi – considerati preminenti - anche, se del caso, contro la volontà dei loro stessi genitori.
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Ne parliamo con l’avv. Cristiano Felisio, esperto di diritto di famiglia.
Avv. Felisio, la separazione consensuale cambia volto in presenza di figli minorenni?
Assolutamente si. La separazione consensuale, quando la coppia non ha figli minorenni, consente ai coniugi di decidere – in totale libertà – ogni questione, senza nessuna ingerenza del tribunale. Questo perché le vicende che riguardano due adulti – in quanto tali perfettamente in grado di curare i rispettivi interessi - non preoccupano il tribunale. I giudici, in altre parole, ritengono di non doversi intromettere per principio. Anche qualora l’accordo raggiunto fosse decisamente squilibrato a favore di uno dei due. Unico limite: il rispetto dei diritti cd. indisponibili. Nessun giudice può interferire. Se, invece, ci sono figli minorenni, le cose cambiano profondamente.
Che cosa intende?
Intendo dire che il tribunale, in questo caso, parte dal principio opposto: il minore non è in grado di curare i propri interessi. E chi lo deve fare, cioè i genitori, non è detto che sappia farlo sempre con le scelte migliori. I genitori, in astratto, potrebbero anche trovare un accordo che non tuteli adeguatamente i figli, “soggetti deboli”.
Possiamo fare un esempio?
Per esempio, può succedere che padri che tendono a prevaricare i familiari provino, anche in questo caso, ad imporre la loro volontà, facilitati a volte da mogli fragili e spaventate. Pretendendo, magari, condizioni favorevoli solo per loro stessi. In questi casi, se anche riuscissero nel loro intento, verrebbero bloccati dal tribunale.
Con quali modalità, avv. Felisio?
Il tribunale potrebbe certamente rifiutarsi di ufficializzare l’accordo raggiunto, non pronunciando la separazione a quelle condizioni. A quel punto marito e moglie, per ottenere la separazione, non potrebbero fare altro che accettare i suggerimenti del tribunale e modificare le condizioni già indicate in un primo tempo.
Per quali situazioni capita che più spesso il tribunale sollevi contestazioni?
Non di rado quando si tratta di assegno di mantenimento che il padre deve versare a favore dei figli non autosufficienti economicamente. Quindi non soltanto dei figli minorenni ma anche di quelli maggiorenni che, però, non sono ancora in grado di mantenersi da soli. Perché studiano, ad esempio. O perché non hanno lavoro. In questi casi, se l’accordo di separazione consensuale stabilisce che il padre – il quale magari guadagna più della madre e frequenta i figli meno di quest’ultima (così da spendere meno denaro del coniuge nel mantenimento diretto dei figli) - non versi alcun assegno di mantenimento ai figli, il tribunale può negare l’approvazione.
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Così facendo, non si ottiene la separazione...
E’ così. Ecco perchè una separazione consensuale con figli viene ad essere molto diversa da una separazione consensuale senza figli.
Quali consigli può dare, allora, ai coniugi con figli che vogliono separarsi consensualmente?
Prima di tutto direi loro che stanno facendo la cosa giusta.Scelte condivise, anche se con fatica e non pienamente soddisfacenti, sono pur sempre preferibili ad imposizioni del tribunale, calate dall'alto..Il muro contro muro è – fin quando possibile – da evitare.Una separazione consensuale deve essere il primo obiettivo.Quando i figli non ci sono e quando i figli ci sono.Però, la coppia che cerca di trovare un accordo non dimentichi che il tribunale – in presenza di figli minorenni o di figli maggiorenni non ancora economicamente autosufficienti – controllerà le loro decisioni.Allora sarà meglio che, operativamente, facciano esaminare da un avvocato le condizioni che hanno concordate prima di depositarle in tribunale, ricordando che – diversamente – rischieranno di trovarsi con un rifiuto.Né possono pensare di domandare consiglio al tribunale, perché non è suo compito quello di fornire consulenze preventive o anticipare le proprie decisioni.L’avvocato, invece, potrà rassicurarli oppure suggerire le modifiche necessarie per evitare che la domanda di separazione – così impostata – venga respinta.
Come giudica questa volontà del tribunale di censurare le decisioni di alcuni genitori?
La giudico positivamente.Non dimentichiamo che l’intento del tribunale è quello di dare voce a chi non ne ha.E chi più di un bambino si trova in questa condizione? Ringraziamo studiolegalefelisio.it per la preziosa intervista concessaci.