Quanto costa un impianto di allarme domestico?
Data la quantità di componenti che lo costituiscono, oltre alle peculiarità e alle esigenze specifiche di ogni abitazione, non è facile quantificare in modo preciso il costo di un allarme domestico. Generalmente, per un appartamento di 100 metri quadri, il prezzo di un impianto varia dai 2000 ai 3000 euro. Compreso nel prezzo, noi di EspertiAntifurto offriamo 5 anni di garanzia, sia per la riparazioni che per la sostituzione dei vari componenti.
1. Da cosa è composto un sistema di allarme?
Un sistema di antifurto si compone di vari elementi. Ognuno di questi svolge una precisa funzione che contribuisce alla sicurezza dell’abitazione e, perciò, è fondamentale assicurarsi il loro corretto funzionamento. Vediamo insieme le componenti principali di un sistema di antifurto:
Centralina di controllo. La centrale d’allarme è il cuore dell’impianto antifurto di un’abitazione. Questo dispositivo comunica con gli altri componenti del sistema d’allarme e segnala quando un dispositivo di rilevazione viene attivato. Le periferiche che comunicano con la centralina di controlla sono chiamati rilevatori (o sensori). Non appena la centrale riceve il segnale di una possibile intrusione, farà suonare la sirena, sia interna che esterna, e invierà telefonate o sms, a seconda delle preferenze impostate in fase di programmazione;
Rilevatori da interno. Si tratta di rilevatori di movimento a infrarossi o a microonde. La prima tipologia di sensore rileva i raggi infrarossi nella zona monitorata dal sensore. Questa tecnologia si basa sul fatto che ogni essere, animato o non, emette radiazioni infrarosse. Il sensore tiene costantemente monitorata l’area prestabilita e rileva se l’ambiente viene attraversato da una persona perché percepisce un aumento di intensità dei raggi infrarossi. La tecnologia a microonde, invece, emette delle radiazioni ad alta frequenza, le microonde appunto, che tendono a saturare l’area di rilevazione. Nel momento in cui qualcuno attraversa la zona monitorata, il sensore avverte una variazione e invia prontamente una segnalazione d’allarme. A seconda del tipo di utilizzo, sono disponibili sensori ad incasso, a tenda, a grandangolo o a soffitto.
Rilevatori da esterno. Anche in questo caso le tecnologie sfruttate sono quelle ad infrarossi e a microonde. Tuttavia, a differenza dei rilevatori interni, quelli da esterno necessitano di protezione contro le intemperie. La loro funzione è quella di prevenire l’intrusione all’interno dell’abitazione; perciò, trovano largo impiego nelle case indipendenti dotate di giardino, ma anche nei terrazzi degli appartamenti.
2. Tipologia del collegamento dell'antifurto (antifurto via cavo, wireless o misto)
I sistemi di antifurto si suddividono in base alla tipologia dei collegamenti che mettono in contatto la centralina di controllo con i vari sensori, interni ed esterni. Esistono sistemi di antifurto via cavo, wireless o una combinazione delle due precedenti (sistema misto). Prima dell’avvento delle connessioni wireless (senza filo), le componenti di un impianto d’allarme venivano collegati alla centralina via filo. Per questa tipologia di impianti la manutenzione è quasi nulla. È sufficiente sostituire le batterie scariche che garantiscono il funzionamento della centralina di controllo, oltre che della sirena esterna, anche in assenza di corrente elettrica. Anche i costi dei materiali necessari per il cablaggio sono abbastanza contenuti, ma più costosa è la manodopera impiegata per l’installazione dei collegamenti. La rivoluzione degli antifurti è avvenuta con l’introduzione della tecnologia wireless (radio o senza filo). Questa tecnologia rende superfluo il cablaggio e facilita l’installazione dell’impianto d’allarme anche in quegli ambienti in cui risulta difficoltoso e poco economico far giungere i cavi alla centralina. Con questo tipo di impianto è quindi possibile installare un antifurto anche in quelle vecchie abitazioni in cui non ci sono condutture per la stesura di cavi. Le componenti di un impianto wireless hanno un costo maggiore rispetto al sistema via cavo, ma al contrario è necessaria meno manodopera per l’installazione. Tra gli svantaggi degli impianti wireless va ricordata la sua totale dipendenza delle batterie: negli impianti wireless è necessario sostituire prontamente le pile scariche della centralina e dei sensori, per consentire al sistema di continuare a funzionare correttamente. Quando non è possibile raggiungere via radio l’intera area, è molto comune adottare un impianto antifurto di tipo misto (centrali ibride). In questo caso la centralina viene collegata wireless ai sensori raggiungibili, mentre per gli altri si procede al cablaggio via cavo. Si tratta della soluzione che tendo a privilegiare nelle mie installazioni.
3. Antifurto volumetrico o perimetrale?
Entrambi i sistemi d’allarme, volumetrico e perimetrale, soddisfano bisogni differenti. I sensori perimetrali da esterno sono utili per chi abita ai piani bassi di un palazzo, ma anche ai piani alti, ai quali è facile giungere calandosi dal tetto. In questi casi, per impedire agli intrusi di accedere all’abitazione, basta dotarla di sensori perimetrali collocati nei principali punti di accesso (finestre, porte, balconi, ma anche cancelli e mura perimetrali). L’allarme volumetrico, invece, è consigliato per le abitazioni che rimangono vuote a lungo, oppure quando la casa è piuttosto grande. Un allarme volumetrico è in grado di segnalare prontamente l’intrusione e far suonare l'allarme.