10 cose che non sapevi sugli animatori per bambini

10 cose che non sapevi sugli animatori per bambini

Ogni giorno, grazie a ProntoPro, migliaia di clienti riescono a trovare il professionista che stanno cercando, risolvendo piccoli e grandi problemi quotidiani con il loro aiuto. Dagli artigiani della casa agli esperti del benessere e della persona, sono più di 800 i servizi che si possono ottenere su ProntoPro, ma quanti di questi servizi sono davvero chiari e conosciuti a tutti? Abbiamo intervistato Alessandro D'Amico di Oltre I Sogni, agenzia specializzata in eventi, feste di compleanno e laboratori per scoprire di più su una delle professioni più ricercate del momento: l'animatore per bambini.

1. Prima domanda, che forse ci siamo chiesti un po' tutti almeno una volta: ma è davvero un lavoro?

Sì, fare l'animatore è davvero un lavoro, come tutte le professioni dove in cambio di un servizio si viene retribuiti. Spesso si tratta di un ottimo secondo lavoro o un ripiego per studenti universitari o, per chi ha avuto modo di fare l'animatore in passato e per qualche ragione si trova al momento disoccupato. Infine c'è una minoranza, di cui faccio parte, che ha fatto di questo lavoro il proprio mestiere.

2. Cosa spinge una persona a cominciare questa professione?

Penso che ognuno abbia una sua risposta. C'è chi ha iniziato perché voleva lavorare a contatto con il pubblico e chi è partito dal mondo del volontariato e poi ha scoperto questa professione. Quello che ha spinto me, oltre alla curiosità per i retroscena di questo mondo, è stata la ricerca di un lavoro per guadagnare qualcosa ma allo stesso tempo divertirmi.

3. Ci sono scuole o corsi per diventare animatore per bambini?

Di recente sono nati alcuni corsi professionali per diventare animatori in scuole. In generale, però, la maggior parte dei corsi che si trovano sono tenuti da animatori, agenzie o artisti professionisti come maghi, giocolieri e trampolieri. Secondo me seguendo qualche corso e con un po' di esperienza sul campo si può diventare buoni animatori.

4. Che differenza c'è fra un educatore ed un animatore per bambini?

Le differenze principali sono due: per diventare l'educatore esiste un iter di studi obbligatorio, l'animatore invece non ha bisogno di qualifiche proprio perché svolgono due mestieri diversi. Il primo ha il compito di formare i bambini, mentre il secondo ha quello di intrattenerli, anche se a mio parere l'educatore per interagire con i più piccoli deve essere un po' animatore e un buon animatore deve riuscire a divertire educando (senza troppe pretese). 

5. E invece qual è la differenza fra un animatore turistico e un animatore per bambini?

Io il mondo dell'intrattenimento lo dividerei in categorie: artisti, animatori turistici e animatori per eventi in generale. L'artista può essere un mago, un giocoliere o un comico e può lavorare sia a chiamata o sotto contratto, in strutture turistiche (alberghi, villaggi ecc..), feste di compleanno, eventi o anche in televisione. Di solito se bravo ha anche una retribuzione molto interessante.

L'animatore turistico invece solo in strutture turistiche e a seconda della lavora solo in estate, solo in inverno o a periodi tutto l'anno. Questa figura può scegliere di specializzarsi nel lavoro con i bambini o con gli adulti. Personalmente non ho esperienza in questo campo, ma ho conosciuto tante persone che hanno lavorato in questo ambito e mi hanno spiegato che per quanto riguarda la retribuzione all'inizio si parte da poco ma più si fa esperienza e più la paga diventa interessante, anche se prima di intraprendere questo percorso bisogna tenere conto degli orari che spesso sono molto impegnativi. Infine l'animatore per eventi è una figura più stanziale rispetto all'animatore turistico e lavora in eventi di piazza o aziendali, matrimoni, feste di compleanno e cerimonie varie ecc.. Di solito gli animatori per eventi lavorano per le agenzie ma grazie all'introduzione del regime forfettario della partita IVA sono nati molti freelance che lavorano sia in proprio che con altre realtà. Dal punto di vista retributivo, la paga varia in base al numero di eventi che si fanno e ci sono periodi, come quello natalizio e quello primaverile, dove c'è molta richiesta.

6. Quali sono le qualità un buon animatore deve per forza avere?

Bella domanda! Sono tantissime le qualità che non devono mancare in un animatore, secondo me si possono sintetizzare in una frase: essere "disciulati". Questa parola milanese vuol dire essere svegli e pronti a risolvere gli imprevisti della realtà, perché la realtà supera sempre l'immaginazione. Questo è un lavoro dove bisogna saper improvvisare, intrattenere sia il pubblico senza dimenticare le consegne dei clienti. Ognuno deve capire quali sono i suoi punti di forza e lavorarci per essere sempre sul pezzo. 

7. Quali sono i trend che non possono mancare?

Un trend che non può mancare mai per qualsiasi occasione è la musica giusta: che tu sia in un villaggio turistico o in un evento in piazza, il tormentone musicale del momento farà sicuramente ballare tutti! Per quanto riguarda le feste di compleanno invece a dettar legge sono i cartoni animati e i film che ogni anno creano i personaggi più richiesti dal mercato. La difficoltà sta nel trovare i personaggi giusti sui quali fare un investimento, oltre a creare uno spettacolo a tema.

8. Qual è peggior situazione nella quale può trovarsi un animatore?

In realtà ce ne sono molte: un battuta nel momento sbagliato, una parola fuori posto ecc...Ma se dovessi pensare alla peggiore delle situazione è quella di sentirsi bloccati o impotenti di gestire i bambini o l'evento che stai seguendo, perché se non riesci subito a riprendere il controllo, al contrario della battuta o della parola fuori posto, è quasi impossibile rimediare.

9. C’è un limite di età per fare l’animatore per bambini?

No, ma dipende da come si riesce a vendersi! Sicuramente l'età aiuta ad essere più credibili di fronte ai clienti: superati i 25 anni ti fa considerare non più come il ragazzino che fa le feste, ma come un professionista. Il problema sorge dopo i 40 anni, dove secondo me non puoi più presentarsi come animatori ma, secondo me, è meglio puntare a vendersi come artista oppure lavorare inserite in un team, anche perché la resistenza fisica non è più quella di un tempo.

10. Chi fa l'animatore soffre di sindrome da Peter Pan?

Sicuramente ne ho incontrati molti di animatori con la sindrome di Peter Pan: sono quelle persone che magari hanno un lavoro, una famiglia ma uno o due week end al mese tornano nelle piazze o a fare feste di compleanno perché si divertono a lavorare con i bambini ed esprimere il bambino che hanno dentro. Mentre spesso chi lo fa per lavoro difficilmente si tratta della sindrome di Peter Pan, anche se durante una festa di compleanno o uno spettacolo devi avere una parte di te che si diverte, perché se non sei coinvolto il pubblico se ne accorge.

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