Oggi abbiamo intervistato Pietro Di Rauso, fondatore della Maka Martial Academy, che ci ha parlato della sua passione per il karate e del rapporto tra allievo e Sifu.Di seguito l'intervista.
Raccontaci di te, come nasce la tua passione per le arti marziali?
Il mio interesse per le arti marziali che poi è diventato la mia passione nasce all'età di 4 anni, sia per tradizioni di famiglia, mio zio Michele Fattore è stato un grande karateka, sia dal desiderio di riuscire a difendermi in ogni occasione. Da piccolo amavo confrontarmi con chi aveva più forza di me non perché mi piacesse litigare ma perché non mi piaceva subire o sottostare alla violenza del bullo di turno, così iniziai a praticare arti marziali assiduamente e già dai 10 anni iniziai a mostrare quelle che poi oggi sono le mie doti più riconosciute, quali velocità e tecnica, conseguendo risultati prestigiosi iniziati nel karate.Competizione dopo competizione capii che le arti marziali mi avrebbero accompagnato per tutta la vita ma soprattutto col tempo realizzai che il mio corpo sarebbe stato il mio miglior maestro: è così che ho integrato tutti i miei studi passati e recenti in un unico sistema che trasmetto ai miei atleti sia in ambito sportivo che per la difesa da strada.
L’ideale è avvicinarsi alle arti marziali da bambini o si possono trarre vantaggi e benefici anche se si comincia in età più avanzata?
Senza dubbio un bambino ha migliore capacità di apprendimento rispetto ad un adulto: egli assimila più velocemente le tecniche, la dinamica, è dotato di maggiore elasticità e cominciando presto è in grado di sviluppare una determinata struttura fisica. Ovviamente in base all'età cambia l'approccio alla disciplina. A differenza del bambino, l'adulto ha maggiore consapevolezza, si allena con un obiettivo ben preciso ed è più motivato. Quindi, sostanzialmente, non esiste una vera distinzione per quanto riguarda quando approcciarsi a determinate discipline poiché se da un lato l'adulto sente il bisogno di allenarsi, dall'altro il bimbo sente quello di vivere il tutto come un gioco.
Quale rapporto si dovrebbe creare fra Maestro e allievo?
Nell'ambito di questa disciplina il nome Maestro viene sostituito da "Sifu" ovvero "padre". Tradizionalmente veniva usato per creare una sorta di distacco e rispetto tra l'allievo e l'insegnante. Inoltre aveva come funzione quella di considerare tale rapporto simile a quello di padre e figlio. Ovviamente questo concetto si è occidentalizzato ed al giorno d'oggi non ha più lo stesso valore. Nonostante ciò, nella mia palestra, cerco sempre di mostrarmi come una figura dalla quale prendere esempio, essere un punto di riferimento e un maestro di vita ma allo stesso tempo cerco di instaurare un rapporto di fiducia e amicizia, di modo che possano sempre contare per qualsiasi cosa sul loro Sifu. Ringraziamo Pietro di Rauso per la disponibilità.