Come la fotografia ti cambia la vita, ecco la storia di chi ce l'ha fatta

Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare Davide Testa, fotografo professionista, vi invitiamo caldamente a visitare il suo sito su www.torinofoto.it per maggiori informazioni.

Cosa prova quando scatta delle foto nei momenti più belli della vita delle persone?

Davide Testa

Fotografare o meglio "congelare" attimi, momenti, sensazioni che per sempre rimarranno l'unico ricordo che nel tempo accompagneranno gli sposi è sicuramente una grande responsabilità; sapere che nei matrimoni è tassativamente "buona la prima", dove non è possibile sbagliare e dove ogni attimo e momento non si ripeterà mai come quello appena perso, sono tutte motivazioni che ti portano ad avere una fortissima adrenalina che ti permette di rimanere concentrato per tutta la durata del servizio.

Le capita mai di essere influenzato dall'atmosfera e dal luogo in cui lavora?

Davide Testa

Uno dei motivi per il quale adoro il mio lavoro e mai e per nulla lo cambierei è che ad oggi, dopo più di 500 matrimoni svolti, posso dire di non aver trovato situazioni uguali: nel matrimonio sono gli sposi, ovvero le persone che sono tutte diverse tra di loro, nello stesso modo i gusti, le idee, le ambizioni sono diverse. Il fotografo non fa altro che raccontare quello che gli sposi vogliono, quello che gli sposi hanno deciso di organizzare e quello che gli sposi vogliono siano i ricordi che per sempre li accompagneranno. Le idee vengono sempre sul momento, un luogo, un particolare di una location, un oggetto, un dettaglio dell'allestimento, il mood dell'evento scelto, solitamente sono i principali fattori che influenzano il fotografo nella scelta e nel modo in cui raccontare quel determinato momento o particolare che, in quel preciso istante, ha fortemente colpito la fantasia e l'estro del fotografo.

Quando ha capito che avrebbe dedicato la sua vita all'attività fotografica?

Davide Testa

Da quando ebbi 16 anni iniziai a lavorare nell'azienda di mio padre che dal 1992 si occupava (e che tutt'ora prosegue la sua attività) di vendita al dettaglio e all'ingrosso di prodotti per l’informatica nonché di servizi web ed it. Ancora oggi non so se per "obbligo" in quanto sono cresciuto in quel mondo o per passione innata o fortunata coincidenza, ho amato e continuo ad amare quell'ambito di lavoro che ha sempre contrastato e ha diviso in modo amorevole la mia figura professionale tra lui e il mondo della fotografia un mondo che pensavo inarrivabile che pensavo potesse solo essere una passione, un divertimento della domenica e che mai avrei immaginato e pensato potesse diventare il mio lavoro. Le domande più ricorrenti erano sempre domande dettate dall'insicurezza o dalla paura di non farcela, da condizioni d'ansia nell'abbandonare il lavoro "sicuro". Forse un concentrato di queste è la risposta; ma forse la vera risposta è stata quella di aver detto "Sì" di averci provato ma soprattutto creduto!Alla fine è sempre così se non ci provi come puoi sapere se e come sarebbe potuta andare? Come puoi sapere se il tuo sogno si sarebbe potuto avverare o meno? Certo, non sempre è detto e si ha la certezza di farcela ma questo non esserne sicuro forse è proprio la forza che può spingere ognuno di noi a rischiare, a mettersi in gioco e a provare, provare e ancora provare: ed è stato solo grazie all'averci creduto veramente che una decina di anni fa sono riuscito a posare il primo mattone per la nascita di Torino Foto (www.torinofoto.it). Provaci Sempre! tentare in quello che vogliamo e che ci rende davvero felici è l'unico modo per sapere davvero come andrà a finire. 

Quando lavora si ispira a qualcuno in particolare?

L'inizio non è stato sicuramente semplice, chi mi conosceva? Nessuno? Chi poteva richiedere i miei servizi? Nessuno. Qual era il mio portfolio? Nessuno? Quali erano invece i miei miti? Tanti, tantissimi, ma come fare per "arrivare fin lì"? Bella domanda, ma anche qui la risposta è sempre la stessa: Provarci! ed è così che ho fatto: ho studiato a memoria foto di miti inarrivabili nel reportage di matrimonio come Ryan Brenizer, Jerry Ghionis, Tony Hoffer giusto per citarne alcuni ma la lista è assai più lunga e ho iniziato a fare il portaborse così come si inizia solitamente in molti lavori: ho seguito, scrutato e imparato da fotografi che avevano anni e anni di esperienza in più di me, e da ognuno di loro sono riuscito a cogliere "il bello ma anche il brutto" quello che mi piaceva e non mi piaceva. Le esperienze maturate in quegli anni mi ha permesso di provare, di iniziare e di fare il mio primo matrimonio come fotografo: wow! Ci ero riuscito!

Cosa pensa delle nuove tecnologie, gli smartphone potranno mai sostituire una macchina fotografica?

Canon? Nikon? o quale altra? La guerra è sempre aperta! La diatriba è sempre alta! Personalmente dopo diversi anni dove ho avuto la possibilità di provare decine di corpi macchina professionali e più di 20/30 obiettivi di linea pro, ho sempre più la consapevolezza che l'attrezzatura è si importante, ma fino a un 40%. Il restante 60%? È sicuramente colui che mette il dito indice sul tasto e decide di premerlo un secondo prima o un secondo dopo. Ringraziamo nuovamente Davide Testa per la sua collaborazione

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