Fotografia di regate veliche e fotografia pubblicitaria, strumenti e tecniche a confronto

Fotografia di regate veliche e fotografia pubblicitaria, strumenti e tecniche a confronto

Il lavoro del fotografo può rappresentare, a seconda del caso, anche un'attività impervia ed avventurosa. Il fotografo Angelo Florio ha affiancato alla fotografia pubblicitaria un ibrido tra le sue passioni, la fotografia e la vela, facendo della fotografia di regate veliche parte del suo mestiere.

Parliamo di reportage di regate veliche; in che modo ci si prepara per realizzarne uno? Qual è l'attrezzatura necessaria?

Quello di abbinare la fotografia pubblicitaria spiccatamente statica e di studio, come nel caso dello still-life e food, alla fotografia sportiva e di uno sport così particolare come la vela potrebbe sembrare un accoppiamento professionale insolito. Infatti nella fotografia pubblicitaria, che rappresenta il core business del mio studio, si passano ore a gestire riflessi e composizione; d'altra parte la vela è uno sport svolto in condizioni spesso estreme e con modalità operative e tecniche completamente differenti. Nel mio caso la passione per il mare e la pratica di questo sport negli anni come skipper e timoniere di molte imbarcazioni da regata, si è unita a quella per la fotografia.

Quali sono le tecniche fotografiche che vengono utilizzate? Quali competenze specifiche vengono messe in campo?

Per approcciare a questo tipo di fotografia è necessario conoscere bene questo sport e i suoi momenti più interessanti da fermare in immagini dinamiche e che trasmettano le sensazioni vissute in mare. Ovviamente le immagini vanno realizzate dal campo di regata stando su  un gommone  e spesso in condizioni meteorologiche non semplici, per cui è necessario avere delle discrete doti di marineria, altrimenti diventa complicato operare.

Come per la foto sportiva in genere, è necessario lavorare con macchine dall'autofocus veloce ed efficace, considerando che non si opera stando ben saldi sul terreno, ma su un mezzo dalle continue oscillazioni è ancora più importante. È preferibile che i corpi macchina siano tropicalizzati, considerando  che la salsedine presente nell'aria è nemica di tutto ciò che è elettronico. Riguardo le ottiche servono sia i teleobiettivi  di media lunghezza, personalmente non vado oltre il 200mm perché proprio per la scarsa stabilità diventerebbe impossibile, se non in condizioni di mare calmo, usare focali troppo lunghe o grandangolari, che consentono immagini, a mio avviso, più suggestive e dinamiche. Il grandangolare per ottenere immagini interessanti va però utilizzato da distanze estremamente ravvicinate, il che significa doversi avvicinare spesso oltre i limiti della ragionevole sicurezza  ed è fattibile solo conoscendo bene le dinamiche e i tempi di reazione delle imbarcazioni in ogni fase della regata per poterne prevedere movimenti e cambi di rotta, per non trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, rischiando speronamento e affondamento del fotografo e della sua attrezzatura. È importante  poi proteggere dagli schizzi d'acqua contini l' attrezzatura rivestendola  con materiale plastico e montare un filtro UV sulle ottiche da pulire in continuazione con un panno in microfibra per togliere gocce d' acqua più o meno grandi che renderebbero l' ottica inutilizzabile dopo pochi minuti.

Quali sono le principali differenze, in termini di tecniche, strumentazione, tempi di esecuzione ecc., rispetto alla fotografia pubblicitaria?

A differenza della foto pubblicitaria da studio dove si ha il tempo di ragionare e controllare qualsiasi parametro e fattore. Qui la cosa più importante è il colpo d'occhio veloce nel decidere l'inquadratura, dopo essersi posizionati nel punto giusto per raccogliere le immagini più suggestive. La tecnica fotografica qui non è l'aspetto più importante; l'importante è lavorare con tempi molto rapidi per evitare il micromosso. Trovate qui una rassegna delle foto realizzate nel settore sailing.

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