Giardinaggio che passione!

In questa intervista il Signor Fabiano ci racconterà della sua passione per il giardinaggio e ci darà dei consigli su come progettare e curare al meglio il nostro piccolo "spazio verde".

Ci racconti della tua storia con la natura e il giardinaggio in particolare?

La mia passione per la "natura" mi è stata trasmessa da mio padre quando ero solamente un bambino, infatti ho spesso passato con lui dei momenti indimenticabili immerso nei boschi e nei campi di ulivi.Questa mia passione mi ha portato a prendere una laurea in  Scienze Agrarie e successivamente, nel 1991, una  specializzazione in Architettura del Giardino e del Paesaggio. Da allora mi dedico a questa professione: mi occupo di progettare spazi verdi per  privati,  per case di cura, per centri commerciali, ed ho anche svolto alcuni lavori pubblici. Lavoro principalmente in Toscana, regione caratterizzata da splendide colline, ma in ,questi anni,  mi sono spinto  fino a Ventimiglia e Salerno.Il filo conduttore del mio lavoro è l’inserimento del giardino all'interno del paesaggio circostante, ma con inserimenti sia classici che innovativi e tutti tendenti al risparmio di acqua e di elementi nutritivi. Attualmente sto cercando di diffondere l’uso delle macro terme per la realizzazione dei prati, attraverso questa tecnica si possono ridurre i consumi e si può fare meno manutenzione.

Come dev'essere un giardino per risultare piacevole?

Naturalmente non ci sono regole che portino ad un risultato di “piacevolezza”, ma valgono i principi utilizzati in tutte le  composizioni architettoniche, la sola differenza è che in questo caso gli elementi da prendere in considerazione sono le piante. Un giardino è composto anche da diversi materiali, come  pavimentazioni, acqua, muretti, sedute, ecc., ma  l’arredo vegetale sarà quasi sempre la componente più importante ed appariscente.L'arredo vegetale è anche l’ultimo elemento da inserire, e solo dopo che avremo strutturato lo spazio, suddividendolo cioè in zone funzionali, come, l’orto, la serra, l’area relax o prendisole, o comunque tutto quello di cui il committente ha bisogno per rispondere alle sue esigenze.Personalmente ritengo che la cosa importante sia vivere il proprio giardino, infatti  sono contrario ai giardini che si possono solo guardare,  e credo che ci debba essere una profonda interazione tra il proprietario e ciò che è stato realizzato, altrimenti l’obbiettivo del progettista non è stato raggiunto.Bisogna "viverlo"  non solo a livello visivo ma facendo partecipare anche gli altri sensi.Indubbiamente l’aspetto “colore”  rappresenta una delle fasi più importanti, ma secondo me con questo concetto non  si deve intendere solamente una grande rosa appariscente, ma anche le piccole e piacevolissime sfumature di delicati fiori come quelli della Vinca, per esempio, o la poesia struggente di una Clematis.Un aspetto molto importante da tenere in considerazione sarà anche la localizzazione del giardino, se in ambiente urbano o in campagna. In quest’ultimo il paesaggio circostante sarà un indispensabile riferimento per la scelta delle specie vegetali, “tirandolo dentro”, facendo sembrare cioè il giardino un tutt’uno con ciò che lo circonda.Il giardino urbano è più indipendente, da maggiore libertà di scelta nell'arredo vegetale e nell'utilizzo di materiali, siano essi per pavimentazioni che per cordoli, sculture od altro.Infine una regola mi sento di darla: mai realizzare un giardino come un insieme di “cose” trovate a mercatini e fiere, ma prima di recarsi in questi luoghi, pensare alla struttura dello spazio e alla crescita delle piante che si acquistano.Non potremo inserire una Buddleia, che cresce rigogliosa e veloce, in un piccolo spazio vicino ad una porta o ad un passaggio, come nemmeno scambiare piante da ombra con altre da esposizioni soleggiate o viceversa!

Quanto è importante la manutenzione di un giardino?

“Moltissimo"!!, infatti è l’unica risposta che si possa dare….anche se la richiesta dei committenti è sempre la stessa:”mi raccomando , voglio un giardino a bassa manutenzione”.Certamente noi progettisti andiamo incontro a tali richieste, attraverso l’utilizzo di piantagioni massive, pacciamatura, specie locali con fabbisogni ridotti, ma un giardino ha sempre bisogno di un minimo d manutenzione, per far si che poi non ci ritroviamo una macchia incolta, priva di fascino e che rende solo confusione.E la manutenzione non può essere sempre e solo affidata ad un seppur  bravo giardiniere, ma il primo manutentore deve essere il proprietario, nel senso che è lui a vedere tutti i giorni il suo giardino , le sue fioriture ma anche gli eventuali problemi, attraverso la partecipazione alla vita del giardino stesso. Deve essere lui a rendersi conto che una  pianta sta male, altrimenti spesso può essere troppo tardi.Un aspetto importante della parte “viva” del giardino, cioè degli alberi, degli arbusti e delle  erbacee, è quello di considerarli come consideriamo la nostra vita: anche essi nascono, hanno una maturità, una vecchiaia e poi muoiono.Il giardino quindi deve essere considerato non come immutabile, una volta realizzato, ma come un qualcosa di pulsante che avrà bisogno di reintegri o di piccole modifiche nel tempo. L’importante è seguire la struttura iniziale, senza sconvolgerla, oppure modificarla radicalmente per intervenute nuove situazioni.Spesso parlando con i clienti ho la sensazione che considerino gli alberi come immortali, nel senso che avendo una vita mediamente più lunga della nostra (in condizioni ottimali), li vedano come esseri invincibili; invece hanno bisogno di cure diverse in base al loro stato vegetativo e alla fase che stanno attraversando, devono  essere rispettati, con potature adeguate e mai invasive (leggi capitozzatura) e non vale l’assioma “ tanto ributtano”, in quanto i loro danni si ripercuoteranno per sempre sulle loro vite.

Pollice verde: pensi esista una dote innata per il giardinaggio?

Secondo me  esiste una passione innata per il mondo vegetale, per ciò che noi consideriamo l’aspetto gentile del mondo e sicuramente questa passione porta a capire i comportamenti ed i “linguaggi” della natura e più in particolare per le piante.Certamente questa passione non si ritrova in tanti titoli di giornale relativi a incidenti stradali su una via alberata, dove nell'espressione “albero killer”, rientra tutta la mancanza di cultura verde che spesso troviamo nel nostro paese.….Ma  è anche un sintomo di come sono percepite certe formazioni vegetali che “intralciano” la vita quotidiana… Quindi una persona che ha avuto questo tipo di educazione certamente non potrà mai avere il pollice verde!Pollice verde è innamorarsi letteralmente di una pianta, fremere alla sua fioritura, rattristarsi quando si ammala. Loro non possono parlare (nel senso che noi intendiamo), ma comunicano con noi, e sentono veramente quando ce ne prendiamo cura.Ed il progettista è soddisfatto quando il cliente si appassiona alla “sua cosa” , a ciò che ha realizzato, e vede nascere in lui questo sentimento , facilmente percepibile, basta solo sentirli parlare!Ringraziamo Roberto Fabiani di Studio Progetto e Giardino, potete trovare maggiori informazioni sul suo sito.

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