La fotografia nella musica
Oggi il fotografo Raimondo Luciani ci ha raccontato di come la sua passione per la fotografia e la musica sia diventata anche la sua professione che esercita con entusiasmo e dedizione.
1. Due generi fotografici in cui ti ritrovi particolarmente sono il ritratto e la fotografia dei concerti. Come mai? Come ti sei avvicinato a questi generi?
Ritrarre le persone per me è una cosa affascinante, perché la foto che ne risulta può essere non solo la ripresa di ciò che si trova di fronte all’obiettivo, ma il frutto della relazione fisica ed energetica tra il fotografo ed il soggetto. La fotografia di ritratto è un universo a sé, a cui si possono ricondurre anche altri generi fotografici. Io attualmente sto lavorando molto in studio, dove ho un completo controllo sull’immagine e dove la relazione tra il fotografo e la persona fotografata è molto diretta.
Alla foto “live” mi sono avvicinato quasi per gioco, spinto più dalla mia passione per la musica che da quella per la fotografia. Sin da subito ho avuto modo di conoscere e fotografare musicisti di livello internazionale, come Dominic Miller, il chitarrista di Sting, o Brian May dei Queen, tanto per fare due nomi di quelli che hanno poi utilizzato le mie foto sui loro siti e sui loro CD.
2. La fotografia musicale è un genere non molto diffuso. Come si fa ad ottenere delle buone fotografie di questo genere?
Quando si fotografano i concerti si possono trovare condizioni di luce molto diverse tra loro, c’è il grande palco ma ci sono anche situazioni più intime, quasi a lume di candela, è importante saper scattare anche con pochissima luce, le nuove fotocamere digitali aiutano molto in questo, ma già 10 o 15 anni fa non era affatto facile ottenere buone foto in condizioni di luce scarsa. Sicuramente mi ha aiutato l’esperienza fatta anni prima in teatro, quando si lavorava ancora con la pellicola.
Un consiglio che posso dare a chi volesse cimentarsi in questo genere fotografico è quello di non ragionare soltanto “fotograficamente”. Obiettivi luminosi ed una buona macchina fotografica sono importanti, ma ancora più importante è cercare di capire quello che succede sul palco per poterlo anticipare, cercare di concepire l’immagine prima ancora dello scatto. In un concerto tutto segue un ritmo, questo vale per i musicisti come per il pubblico, e se vogliamo ottenere buone immagini è fondamentale scattare al momento giusto, proprio come se avessimo davanti uno spartito e stessimo suonando uno strumento.
3. Cosa devono esprimere le fotografie che immortalano un concerto?
Una buona foto di concerto deve restituire l’intensità e l’emozione di un istante che non è solo “visivo”, ma è per lo più “musicale”, per questo motivo ci si deve lasciar trasportare dal suono e dal ritmo, non dobbiamo solo vedere ma anche ascoltare. A volte osservando un musicista mi innamoro di un gesto o di un’espressione, e rimango in attesa che si proponga la possibilità di catturarli, e mentre io aspetto un istante che forse non arriverà, intorno a me si scattano centinaia di fotografie, tecnicamente valide ma a cui spesso manca “quel qualcosa” che fa la differenza: la musica.
4. Tu da appassionato sia di musica che di fotografia cosa provi ad immortalare questi momenti?
Sia da appassionato di musica che da fotografo ho avuto grandi soddisfazioni lavorando in questo settore, sono molteplici le pubblicazioni con le mie foto. Come addetto ai lavori ho avuto modo di conoscere anche musicisti di cui conservo ancora i vinili che ascoltavo da ragazzo. Oltre le foto ed i ruoli, per me è fondamentale il lato umano, la famosa “relazione” di cui ho parlato all’inizio, e sinceramente riesco quasi sempre a stabilire un ottimo rapporto con i musicisti con cui lavoro. Andare a mangiare una pizza insieme a Carl Palmer, Steve Hackett o Robben Ford per me non ha prezzo!
Ringraziamo Raimondo per aver condiviso con noi la sua esperienza! Potete vedere altri suoi magnifici scatti sul sito www.raimondoluciani.com