La scuola di recitazione è importante per diventare attore?

La scuola di recitazione è importante per diventare attore?

Sempre più giovani e non solo, sognano di diventare attori e attrici, c’è chi riesce pur non studiando, ma “semplicemente” esprimendo il loro modo di comunicare tramite i canali social network, chi invece, frequenta una scuola di recitazione. C’è chi si chiede, quale delle due strade sia la migliore. E noi, non potevamo che chiederlo a  Mara Di Maura, di Catania, che svolge il ruolo di attrice ed autrice. La donna in carriera, ci racconta infatti: “Da diversi anni insegno recitazione e dirigo spettacoli teatrali nella mia città dove ho fondato la Sala Teatro Ridotto, nel quartiere popolare di Cibali, uno spazio teatrale di 36 posti. La mia formazione artistica e culturale inizia tra Bologna e Roma, città in cui mi sono laureata al DAMS di Roma Tre e luogo in cui ho frequentato diversi corsi di recitazione e stages teatrali, ma, negli anni, procede anche tra Milano e la Calabria.”

1. Come funziona il lavoro teatrale: guardiamolo da vicino

Mara ci spiega, che il lavoro teatrale non è mai un lavoro solitario: lei ad esempio, è sola nella fase di scrittura o adattamento dei testi. A partire però, dall’ideazione dell’impianto registico deve collaborare in squadra, con un team di lavoro, a cui partecipano pochi collaboratori, di solito chi cura la scenografia. Non è semplice lavorare in uno spazio molto “ridotto”, sia di nome che di fatto: la scuola di Mara, ha solo 36 posti e l’obiettivo è quello di ricreare un microcosmo credibile, su un palco di pochi metri quadrati. Per lei, si tratta di una vera e propria sfida. Una passione va curata, al di là delle possibilità che si abbiano per conseguirla, infatti la stessa autrice e attrice catanese, accetta tutto con entusiasmo, probabilmente, poiché, ci confessa: “pochi mezzi e spazio stimolano meglio la creatività e le idee di impostazione scenica dei lavori.“

2. Cosa si cela dietro il risultato di uno spettacolo

L’autrice ed attrice di Catania, da anni cura anche le regie dei suoi spettacoli, con un’attenzione particolare alla relazione tra la recitazione degli attori e gli elementi della scena, che devono essere sempre pregni di significato, poiché la sua formazione è avvenuta anche all’Accademia di Belle Arti, dove ha studiato scenografia. La richiesta da parte del pubblico è spesso e volentieri, di teatro di genere: la commedia soprattutto ed il teatro popolare in vernacolo. “Mediare tra queste richieste e la volontà di proporre del teatro che stimoli la riflessione, non è sempre semplice”, ci spiega Mara.

3. Il percorso dell’attrice Mara dell’Associazione Artistico Culturale Pentesilea

Ha iniziato a lavorare in Sicilia come attrice professionista nel 2005, con Quarta Parete di Costantino Carrozza in matinèe e serali in tutta la Sicilia orientale. Poi ha preso parte a produzioni del Teatro Stabile di Catania, del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e del Teatro Massimo Bellini, poi ancora partecipazioni a film indipendenti con Philipe Leroy, Francesco Paolantoni, una partecipazione a “La matassa” di Ficarra e Picone e, recentemente, nel ruolo della giornalista nel film tv  Rai “I nostri figli” accanto a Giorgio Pasotti e a Vanessa Incontrada. Il suo percorso come insegnante di recitazione è iniziato, più di 10 anni fa nelle scuole pubbliche, partecipando ai bandi per progetti Pon e come docente di drammatizzazione ed animazione in corsi di enti regionali, poi ha avviato il suo corso e fondato la sua sala perché si sentiva di avere qualcosa da comunicare con i miei testi e perché desiderava spendersi nella sua terra e nella sua città. Conclude spiegandoci “Oggi mi interessano enormemente il valore inclusivo che l’arte teatrale può assumere e il percorso di ricerca sui linguaggi teatrali nella messinscena.”

4. Quali sono le peculiarità della sua scuola di recitazione?

Serietà, precisione ed attenzione alla persona innanzitutto: le tecniche e gli esercizi vengono proposti a tutto il gruppo ed effettuati collettivamente. Ma il lavoro, nei limiti del possibile, viene anche personalizzato.Ci è sorto spontaneo, domandere a Mara, come funziona il suo corso presso l’Associazione Artistico Culturale Pentesilea:“Il mio corso è aperto a tutti, anche alle persone con disabilità, poiché la diversità è ricchezza e questo è un valore fondamentale che insegno a tutti i miei alunni. Sulla scena ciascun ragazzo può esprimere pienamente e liberamente le proprie potenzialità nel rispetto reciproco e scoprire attraverso l’altro e attraverso il personaggio qualcosa di sé che non conosceva.” Crede anche, che il palco sia uno dei luoghi in cui l’inclusione può esplicarsi pienamente, perché il teatro è essenzialmente condivisione umana, e tra gli attori e con il pubblico.

5. Quali metodologie di insegnamento vengono utilizzare per insegnare ai ragazzi a recitare?

Non impiega mai una tecnica soltanto: di solito parte da un buon training di gruppo e dal Role Playing, dall’improvvisazione che le consente anche di imparare a conoscere i suoi alunni, poi si perviene al testo, senza mai tralasciare, comunque, gli esercizi di training, di espressione psico-fisica, di creatività e di mimo. Una volta giunti al testo, si inizia la fase di lavoro sul personaggio, in cui tecnica (dizione, impostazione vocale), analisi del personaggio e del testo e libertà creativa devono trovare la propria reciproca mediazione e pervenire ad equilibrio. 

6. Quale genere di eventi vengono organizzati dalla sua scuola?

Finora, Mara ha privilegiato quasi esclusivamente gli spettacoli teatrali (classici della tradizione in lingua da Pirandello a Verga, a Cechov, ma anche teatro popolare e dialettale come quello di Martoglio, dal momento che la sala è ubicata in un quartiere popolare della città), recital poetici, ma anche qualche testo contemporaneo, ad esempio Jean Genet ed Eugene Ionesco. Non limitandosi a quanto detto, ha persino messo in scena spettacoli scritti di suo pugno, prevalentemente commedie brillanti. Recentemente il team dell’Associazione Pentesilea, si è arricchito della presenza di giovani artiste e scenografe, con le quali stanno organizzando mostre di quadri con recital, lezioni aperte di pittura ed eventi di animazione per bambini.

7. Come migliorare la qualità della propria recitazione?

Migliorare la qualità della propria recitazione, è possibile. Ma va fatto con criterio, ad esempio, iniziare certamente dallo studio minuzioso dell’opera e del personaggio, dalle relazioni tra i personaggi all’interno dell’arco narrativo, dalle caratteristiche del personaggio, tanto fisiche quanto psicologiche e da tutte le motivazioni che ne determinano macro e micro intenzioni. E poi ancora: studiare dai grandi modelli del passato, ma con un occhio sempre vivo alle innovazioni del linguaggio della scena, osservare dalla vita, che è la prima e la più grande maestra ed essere creativi e spontanei al punto giusto: si tratta di mediare in maniera molto equilibrata, tra tecnica e libertà creativa. Questo è il segreto dell’arte della recitazione. Infine, Mara di consiglia di “affidarsi a degli insegnanti competenti e soprattutto seri e coscienziosi, poiché questo lavoro è fatto innanzitutto di responsabilità verso le persone: l’attore è innanzitutto una persona con un potenziale espressivo e creativo. Per questo il training sulla persona prima del lavoro sul personaggio, come diceva Stanislavskij, è fondamentale. ”L’Associazione Culturale Pentesilea di Mara di Maura è ideale, a tutti coloro che vorrebbero affidarsi ad una scuola di recitazione professionale, composta da un team grande noto sul palco, da cui poter apprendere molto più velocemente.

Scarica la nostra applicazione

Il tuo esperto a portata di mano, in ogni momento!

Cosa sapere sui tatuaggi: costo, stili e avvertenze

Cosa sapere sui tatuaggi: costo, stili e avvertenze

Donato Molteni, mental coach da oltre trent'anni: cosa fa?