Oggi l'Architetto Davide Fregosi ha realizzato un articolo per il Blog di ProntoPro in cui ci parla dell'impiego di marmi e pietre in Architettura. Davide ci parla delle applicazioni tecnologiche utilizzate in questo campo, delle varie tipologie di pietre utilizzabili nelle opere edilizie e della loro unicità.Mi chiamo Davide Fregosi, sono nato e vivo a Carrara che è conosciuta in tutto il mondo per il suo marmo il quale viene estratto e lavorato fin dai Romani.Dopo gli studi in Architettura presso l’Università di Parma ed alcuni tirocini/stage in studi di architettura non è stato difficile, vivendo a Carrara, entrare in contatto con il marmo e le pietre naturali.Il termine "marmo" deriva dal greco marmaros e significa "pietra splendente". Grazie alle proprietà naturali ed evocative che presenta è in grado di nobilitare oltre a spazi urbani ed architetture, anche singoli ambienti e manufatti.Rievocando il concetto di monumentalità e di stabilità dell’opera costruita, il marmo, ma più in generale la pietra, è un elemento naturale legato alla terra, impiegato nelle costruzioni di ogni civiltà avvicendatesi nel tempo.In questi anni sto imparando a conoscere a fondo questo materiale; attualmente sono responsabile dell’ufficio tecnico della D.Marble Design, qui mi occupo di “Progettare in Marmo” sia in prima persona, sia dando supporto ai colleghi o committenti che si rivolgono a noi.Ogni pietra, che sia marmo, travertino, onice, granito o limestone, presenta differenti pregi e difetti sia estetici che tecnici. Il marmo ha dentro di sé una particolare bellezza e unicità dovute al fatto che essendo un materiale naturale e non artificiale è unico ed irripetibile.La padronanza e la conoscenza di questi elementi permette a noi Architetti di elaborare i progetti scegliendo la pietra più adatta ai vari scenari ed ambienti, alle richieste del cliente e soprattutto ai vari usi che si vogliono fare di essa.Oltre a preservare le tecniche e le tradizioni che ci sono state tramandate dall’antichità sulla lavorazione della pietra, negli ultimi anni, grazie a processi di sperimentazione e innovazione, è stato possibile sviluppare nuove finiture per spingere il materiale lapideo verso possibilità innovative sia dal punto di vista espressivo, sia dal punto di vista tecnologico.Riguardo al punto di vista espressivo si sono sviluppate nuove finiture con l’utilizzo di macchine a idrogetto e l’applicazione di acidi che reagendo chimicamente con gli elementi di cui sono composte le diverse pietre danno forma a particolari finiture apprezzabili sia al tatto che visivamente.Per quanto riguarda il punto di vista tecnologico, invece, si sono sviluppate tecniche che permettono di alleggerire la pietra attraverso l’impiallacciatura della stessa su un pannello di Honeycomb, questo oltre ad alleggerire notevolmente il prodotto finito preservandone l’integrità strutturale permette un risparmio notevole di materiale: partendo da una lastra di 20 mm di spessore è possibile, scindendo la lastra stessa, ottenerne due di pietra-honeycomb.Altra tecnica è quella di realizzare lastre di pietra-vetro riuscendo a creare della pietra ultrasottile e trasparente per l'arredamento e il rivestimento, in questo modo la pietra viene attraversata dalla luce che ne enfatizza la struttura e crea degli effetti cromatici e scenografici particolarmente piacevoli.L’architettura vera, quella con la “A” maiuscola, a mio avviso deve essere fatta di pochi elementi, ma naturali, come la pietra ed il legno, non importa se non sono perfetti, magari a differenza dei materiali compositi di nuova generazione si “rovinano” con l’uso intenso ed il tempo, risentono del clima e dell’ambiente che li circonda ma il bello è proprio questo, in qualche modo sono vivi.Ringraziamo Davide per aver realizzato questo articolo per il Blog di ProntoPro.
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