Sergio Di Nisio, interior designer, si racconta

2016-11-17 17-16-36.029

Abbiamo intervistato per voi Sergi Di Nisio che ci ha raccontato della sua professione di interior designer.

Ti occupi di interior design. Come hai iniziato questa professione?

La nostra realtà nasce nel 1985 da un laboratorio di falegnameria i miei genitori hanno deciso di intraprendere l'attività del commercio di mobili.Si perche in quegli anni si parlava più di commercio di mobili che di interior design, era un mondo completamente diverso e si aveva molto meno scelta di oggi, allora le camere da letto si ordinavano 3, 4 alla volta, una andava in esposizione e le altre in magazzino. Si progettava quasi esclusivamente solo la cucina, la progettazione era tutta a mano, in negozio c'era sempre un'architetto che mi teneva sotto la sua ala. In questo contesto per me è stato nauturale iscrivermi alla facoltà di architettura. Siamo stati tra i primi ad inserire la progettazione cad in negozio di pari passo ai miei studi. Con mia meraviglia mi sono laureato senza mai aver sostenuto un'esame di arredamento, effettivamente è cosi sono poche le facoltà di architettura ad avere nei loro programmi un'esame di arredamento. La mia formazione sull' interior design quindi è stata solo ed esclusivamente "sul campo". Fino a poco tempo fà una grande maggioranza di architetti che si occupano di interni amavano lavorare solo ed esclusivamente con gli artigiani proporio per essere più liberi nella progettazione. Oggi l'industria si è evoluta e sempre di più affianca alla produzione standardizzata tutta una serie di lavorazioni su misura, oggi si possono avere i vantaggi della produzione di serie abbinati alla precisione e alla liberta di tutte le soluzioni su misura.

Quale valore aggiunto portate rispetto ai vostri competitor?

Il valore aggiunto che diamo sta innanzitutto nella progettazione. Il livello di dettaglio progettuale è molto alto, sempre riproduciamo l'ambiente arredato in un modello 3D esplorabile e navigabile in prima persona, in cui il cliente si muove dentro la sua casa in maniera virtuale e riesce a comprendere meglio tutte le scelte progettuali.Un 'altro servizio in più che siamo in grado di offrire è la fornitura chiavi in mano, abbiamo ampliato la gamma della nostra offerta anche a tutti quei prodotti che vanno oltre l'arredamento, quindi pavimetazioni interne ed esterne in legno, porte interne, serramenti, portoncini d'ingresso, scale interne, servizio di cartongessista, tinteggiatura e finitura interna, illuminazione, elettricista ed idraulico ed ovviamente anche la presentazione delle istanze presso i vari enti per ottenere tutti i permessi del caso. Chi decide di appoggiarsi a noi per la ristrutturazione lo può fare avendo noi come unico interlocutore.Poi c'è la bioarchitettura, chi decide di metter su casa da zero o decide di sopraelevare o ampliare e sceglie noi, sceglie la bioarchitettura tutti i servizi elencati sopra si ampliano a 360° per la definizione di una soluzione progettuale completa in ogni sua parte mirata alla ecosostenibilità al comfort e al risparmio energetico.

Definiresti il tuo mestiere di nicchia? Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano nell'acquisizione di nuovi clienti?

Se si parla di arredamento legato ad una progettazione molto spinta probabilmente il nostro è ancora un mestiere di nicchia. Per noi ogni occasione di intervento sia piccolo che grande è un'occasione di progetto e innovazione. In generale da sempre il mestiere dell'architetto è un mestiere di nicchia perchè tra tutte le figure professionali è quella ritenuta meno indispensabile. Del medico, avvocato, commercialista non si può fare a meno ... dell'architetto forse si! Nell'immaginario collettivo la casa la progetta il geometra (che costa meno) o l'ingegnere (che è più preciso fino alla quarta cifra decimale) l'architetto di solito viene considerato come colui che complica le cose e fa spendere un sacco di soldi per cose inutili, viene chiamato a scegliere i mobili o il colore dei tappeti (ahimè senza aver fatto neanche un'esame di arredamento). La realtà dovrebbe essere un'altra dove tutte le figure professionali collaborano in sinergia e ognuno offre il meglio della sua specializzazione, quindi il geometra si occuperà dei rilevi, dei confini, del catasto e tutte quelle che sono le sue specialità, l'ingegnere sarà chiamato a risovlere quelli che sono gli aspetti più tecnici della costruzione quindi la statica, la fisica tecnica, la termotecnica, il tutto sotto la regia dell'architetto. E bene si è all'architetto che spetta il compito di avere la leadership del progetto proprio perche la sua formazione tecnica ed umanistica è trasversale a tutti i settori e lo porta a coniugare aspetti tecnici, funzionali ed estetici nella giusta misura senza far prevalere ciascun aspetto sull'altro, cercando sempre di dare un'estetica ad ogni soluzione tecnica e funzionale. Ovviamente ci sono architetti e architetti... un bravo architetto fà risparmiare soldi ai suoi clienti mettendolo al riparo dagli innumerevoli errori a cui una progettazione di basso livello porterebbe, dalle nostre parti c'è il detto popolare che la casa per farla bene la devi fare tre volte ... secondo me è vero se uno la fa in autoprogettazione senza farsi assistere da un bravo professionista. La cosa più difficile nell'acquisizione di nuovi clienti è il far capire che il costo della progettazione è sempre inferiore al costo degli innumerevoli errori che una cattiva progettazione o peggio una non-progettazione porterebbe. E' altrettanto difficile far capire che ogni occasione d'intervento sia piccolo che grande è sempre un'occasione di progetto e innovazione. Un buon progetto è sempre una chiave di volta che può dare dei risultati esponenzialmente migliori rispetto ad un pessimo o ad un non-progetto. Concludo con una massima: "il sogno dell'architetto è l'incubo dell'ingegnere". Esprime secondo me l'approccio più giusto mirato ad avere risultati di qualità in cui ognuno da il meglio di se.

Ringraziamo Sergio per l'intervista concessa a ProntoPro.

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