La figura dello psicologo nell'immaginario collettivo viene considerata come un individuo in grado di curare la salute mentale delle persone. Tuttavia, questa definizione risulta alquanto generale e poco chiara poiché esistono numerose aree di competenza dello psicologo (non soltanto la clinica), e diversi approcci di psicoterapia per affrontare un disagio psichico. Cerchiamo quindi di capire meglio quali sono queste differenze e che tipologia di lavoro svolgono queste figure nello specifico. Ad aiutarci c’è il Dott. Giovanni Delogu, psicologo e psicoterapeuta, 41 anni di Cagliari.Il Dott. Delogu è uno psicologo psicoterapeuta libero professionista che lavora da solo nel suo studio ma che vanta una stretta collaborazione con un noto psichiatra e neurologo, scelto dopo attenta selezione e innumerevoli collaudi. “La mia storia si può riassumere così” – ci racconta - “fin dal primo anno di specializzazione ho collaborato con diversi centri di terapia del dolore, CSM, associazioni occupandomi di persone con dolore cronico, pazienti in AIDS conclamata, terapia domiciliare con malati oncologici in fase terminale e tantissime persone seguite nei centri di salute mentale con problemi generalmente molto gravi”. Ci racconta inoltre di aver lavorato spesso in equipe sia negli ospedali, nel CSM, nel CTR primavera, dove ha collaborato per diversi casi e alla LILA di Cagliari (lega italiana per la lotta contro l’AIDS). Durante tutto questo tempo si è specializzato in altre forme di psicoterapia e fatto altre importanti esperienze sia come clinico che come relatore ai convegni.
Un lavoro nato per vocazione
Alla domanda “quali sono state le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere questo lavoro”, lo psicologo ci risponde che ha sempre avuto una propensione nell'aiutare chi sta male, nel capire il suo disagio, sia fisico che psicologico, “una vocazione, direi”. Ci racconta anche di aver iniziato a studiare la materia a 16 anni partendo dalla lettura del manuale “Introduzione alla psicanalisi” di Freud.
Gli errori del mestiere
Abbiamo poi chiesto al Dott. Delogu quale può essere uno dei maggiori sbagli commessi dagli psicoterapeuti nel trattamento dei disturbi. Ci ha spiegato che il più grande errore consiste nel seguire un unico orientamento di psicoterapia e trincerarsi dentro ideologie dogmatiche dottrinali e la convinzione che il proprio orientamento sia migliore degli altri. “Qualunque orientamento ha in sé punti di forza e di debolezza e solo l’integrazione assimilativa, per dirla con il compianto Assen Alladin, consente al terapeuta di fare la differenza in termini di efficacia ed efficienza della psicoterapia”.Un altro errore, secondo il suo parere, consiste nel non basare il proprio operare su dati empirici e metanalisi che dovrebbero costituire le linee guida di trattamento. A tal proposito cita l’esempio della Chocrane Library che indica chiaramente quali sono gli approcci principali per qualsiasi problema psicopatologico e dice che ci sono approcci terapeutici più indicati di altre nel trattamento di specifici disturbi. Cita anche l’importanza dell’eclettismo che deve essere alla base del trattamento.
Trattamento ipnotico: magia o realtà?
Oggi si sente spesso dell’ipnosi e dei suoi effetti. Alcuni la considerano dannosa, mentre altri miracolosa. Abbiamo chiesto al Dott. Delogu la sua opinione in merito. “L’ipnosi di per sé è una tecnica non una psicoterapia e le tecniche ipnotiche non vanno usate in modo casuale, ma devono essere inserite in una cornice teorica che fornisca una teoria della personalità, della psicopatologia e della modificazione del comportamento. Al di là di ciò - aggiunge - il vantaggio dell’utilizzo dell’ipnosi consiste in una riduzione sensibile dei tempi della psicoterapia, un incremento dell’efficacia e il fatto di rendere il paziente terapeuta di se stesso tramite gli homework, esercizi a casa”. Continua spiegando che la psicoterapia ipnotica ad approccio cognitivista è consigliata in tutte le forme di disturbi d’ansia, dell’umore e di personalità: dagli attacchi di panico, all'ansia generalizzata, ipocondria, ai disturbi depressivi fino alle dipendenze affettive, il grande capitolo dei disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge eating disorder) e le dipendenze (fumo, alcol, gioco).“Ci sono poi degli utilizzi specifici dell’ipnosi – ha aggiunto - per esempio in ambito medico della terapia del dolore, dove è possibile gestire vari tipi situazioni dolorose che vanno da quelle neoplastiche alle patologie di dolore cronico benigno (emicrania, fibromialgia, colon irritabile, dolore lombare etc.), alla preparazione al parto fino a impieghi che hanno molto risalto a livello mediatico come gli interventi chirurgici in anestesia ipnotica”. Quindi “è importante oggi non considerare l’ipnosi come una magia ma esclusivamente come una tecnica inserita in un contesto di psicoterapia”.
Come prevenire gli attacchi di panico
Secondo un recente studio, tantissime persone almeno una volta nella vita hanno sofferto di attacchi di panico. Ma com'è possibile prevenirli? Lo abbiamo chiesto al Dott. Delogu: “Chiunque abbia un attacco di panico lo riconosce per la paura di morire o di perdere il controllo del proprio corpo. In genere si tratta di una crisi passeggera, e la cosa migliore da fare è stare con la paura mentre si ascolta il respiro e attendere, la crisi passerà e non ci sarà un rinforzo negativo causato dall’evitamento”.In merito alla questione dell’evitamento, il Dott. Delogu riporta un esempio: se una persona ha un attacco di panico in ascensore e appena si ferma la persona esce e non lo prende più, avrà un immediato sollievo dall’ansia che sensibilizzerà la persona verso la paura dell’ascensore, e – chiarisce - più evito, più la paura si alimenta.Per evitare un attacco di panico è quindi fondamentale fare psicoterapia o assumere una terapia farmacologica. Secondo il parere dello psicologo, evitare le situazioni che provocano un attacco di panico è il modo migliore per radicare un disturbo da attacco di panico.
Come conquistare la fiducia del paziente
Infine, abbiamo chiesto al Dott. Delogu quali tecniche di comunicazione impiega nel momento in cui desidera conoscere approfonditamente un paziente. Ci ha spiegato che la fiducia della paziente va conquistata e che inizialmente accoglie la persona con gentilezza e fa il possibile per metterla a suo agio. Spesso le persone parlano e lui le ascolta con attenzione ponendo domande mirate di approfondimento. Se la persona non parla, o ha difficoltà a parlare, in genere racconta qualche storia divertente come quando, da adolescente, sua madre l’avesse costretto ad andare da una psicologa. “Self-disclosure e autenticità – dice il Dott. delogu - funziona quasi sempre”.