Veronica si presenta come un’ottima scrittrice. È nata a Praga e ha cominciato con la scrittura sui muri della sua stanzetta. Come si può ben immaginare non è stato apprezzato. Neanche a scuola andava bene con gli scritti. A distanza del tempo si è resa conto che le cause fossero legate alla limitata possibilità di espressione, perché è nata nel regime e sia le regole che la scuola erano davvero rigide.Invece di andare a comprare vestiti (pochi, cari e uniformi) Veronica si dava da fare nel cucirseli da sola e riempivafogli e diari con le sue avventure, pensieri e desideri. Il primo riconoscimento di scrittura l’ha ricevuto al test d’ingresso per l’università. Aveva voglia di studiare alla facoltà di lettere, teoria della cultura. Aveva fatto bene solo lo scritto e questo non bastava. Così ha svolto un corso di scrittura a macchina e nel suo lavoro trascriveva testiuniversitari.Quando ha deciso di trasferirsi in Italia non credeva di poter scrivere in italiano, anzi, è l’ultima cosa in cui pensava di riuscire. Veronica ha riconosciuto che gli italiani sono gelosi della loro lingua e anche l’accento gli crea qualche problemino.In Italia vendeva vestiti cuciti da lei, sistemava i vestiti e gli armadi degli altri. Un’altra delle sue passioni sono i mobili. Ancora oggi qualche volta si cimenta nel restaurarne alcuni. Anche gli accessori l’aiutano a cambiare spesso l’aspetto dei suoi ambienti.Ha cominciato a fare questo lavoro per passione, ha preso coraggio nel farlo in un paese con una cultura diversa dalla sua. All’inizio si muoveva nei piccoli centri, tra le persone che la conoscevano. Per diversi anni ha lavorato in modo autonomo. Faceva tutto da sola, pochi aiuti, tante ricerche, soprattutto sul mondo dell’editoria su come pubblicare i libri. Ha conosciuto tante persone e ha raccolto molti consigli utili dei quali ha fatto tesoro solo tanto tempo dopo. Quando si pubblica il primo libro ci si sente già scrittori, un pensiero comune d’altronde.Continuava ad esistere solo come Veronica Petinardi per la narrativa, le traduzioni e aiutava nella scrittura formale. Le parole comunque sono diventate davvero il suo destino. Veronica ha avuto, e ancora oggi ce l’ha, la fortuna di conoscere tante persone giovani. Stare in mezzo a loro l’ha aiutata a comprendere i suoi sbagli, mantenersi attiva nella realtà contemporanea. Forse anche perché cambiare fa parte della sua natura e nel collaborare con i giovani si trova meglio che con i suoi coetanei.Anche Parole di legami è una realtà giovane. Sia perché esiste dal 2017, sia perché i professionisti che ne fanno parte o collaborano sono tutti giovani, capaci e attivi. Oggi formano uno staff completo per realizzare campagne promozionali personalizzate e audiovisive. Aiutano negli script sia formali che informali. Inoltre Veronica si occupa di tradurre la lingua ceca e hanno una bravissima traduttrice di lingua inglese.Ha una doppia cultura, si è resa conto che la sua voglia di scrivere, per di più in un paese diverso da quello di nascita è la sua ricchezza, un’opportunità. Non è una sua eccentrica pazzia nell’andare contro corrente ma un tratto che la distingue. È nata in un paese dove si legge tantissimo ma si doveva vivere uniformati. Lei invece ha un modo particolare di osservare, collegare i fatti e comunicare. E se la prima cosa che ha fatto nella sua vita è stato scarabocchiare sul muro, non poteva peggiorare. Aveva la possibilità di migliorare e facendo quello che ama, la scrittura.Veronica persevera in questo lavoro grazie alla sua forte passione. Ci ha raccontato di aver continuato anche con la mano infortunata, nonostante fosse dolorante scrivere. Cerca sempre di migliorare e tenersi aggiornata. È esigente con sé innanzitutto, e poi con i collaboratori. È comprensiva, ma non si accontenta facilmente. Non accetta le cose fatte di fretta per paura di compromettere la qualità dell’attività. Crede che questa rigidità sia dovuta alla sua educazione praghese che ha adeguato nel nostro Bel Paese. Come ovvio che sia, è un essere umano, e come tutti sbaglia, ma gli errori si perdonano, se però esiste la volontà di fare al meglio per non ripeterli.La sua motivazione è nella consapevolezza di quello che sta facendo e nella soddisfazione di un buon risultato, che tiene per sé, aspettando che lo confermino gli altri.
Perché è importante fare marketing su Google?
Il marketing su Google è importante perché è il primo motore di ricerca più utilizzato dagli utenti. Bisogna imparare il suo linguaggio, parlare con una terminologia che lui traduce e premia mostrandoti tra le prime ricerche.
Ma qual è la giusta logica per iniziare questa sponsorizzazione?
Il paragone potrebbe essere più semplice del previsto: Google è come una Ferrari da guidare, ma che senza avere la patente è impossibile da portare.Un libro scritto, un articolo di un sito, persino una favola rimangono come un foglio nel cassetto se il mondo prima di tutto virtuale, e prima di tutti gli altri Google, non sanno che esiste.
Meglio il marketing tradizionale o quello online?
Il marketing tradizionale è bello per la sua fisicità e anche la semplicità rispetto alla gestione dei dati del marketing online, che sono la sua forza ma anche la sua complessità. Il marketing è un insieme di qualsiasi procedimento. Una volta si chiamava semplicemente “saper vendere” e infatti si vendeva l’idea del prodotto.Oggi il marketing è un insieme di tecniche di vendita in un percorso sempre più personalizzato. Quella è la forza del marketing e della promozione online. Saper intrattenere il potenziale cliente, sorprenderlo con una narrazione di una storia. È questa è la parte che ovviamente Veronica preferisce.
Cosa si intende per marketing strategico? Per quali attività va bene?
Secondo Veronica il marketing strategico ha un principio tutto suo. Prima si individua il mercato e poi si crea, si cerca, si aggiusta un prodotto. Non nega che una volta prima di aprire un negozio bisognava fare una ricerca simile. Non era pensabile aprire lo stesso esercizio vicino ad un altro uguale.Si partiva prima di tutto da quello che una persona voleva ed era capace di fare. Oggi si cerca prima l’acquirente. Veronica lo vede un mercato interessato al monetizzare anche a discapito della qualità.“Dobbiamo cambiare” ci dice. Si fatica a perdere le abitudini e non tutti sono disposti a continuare ad imparare. Lei preferisce concentrarsi su un'idea innovativa, focalizzandosi sull’impegno di educare, spiegare il senso del prodotto che porta un’utilità alla comunità, un benessere, un rispetto per l’ambiente.
Dopo quanto si possono notare i risultati di una campagna marketing per un ristorante?
Le promozioni per le aziende sono un assemblaggio di diverse materie e diversi percorsi. Una sola campagna marketing “non fa primavera”, come si suol dire. Quindi i risultati possono arrivare soggettivamente. Ovviamente considerando il risultato stesso che si vuole ottenere e dai fattori che lo possano determinare.Dalla situazione di partenza, l’esistenza o il bisogno di creare un brand. Per rendere meglio il concetto Veronica ci fa un esempio: se si volesse soltanto informare di un prodotto nuovo ai clienti già esistenti, può bastare un mese. Se si trattasse di un cambiamento radicale o di un’azienda nuova, sconosciuta, i risultati ottenibili potrebbero essere raggiunti a partire da un anno in poi.Dipende sempre dalle tante possibilità sia online che offline, sfruttate o meno. Conta una buona preparazione, l’organizzazione, l’investimento e ovviamente i dati! Un altro consiglio essenziale è quello di non disperdere inutilmente le energie e mantenere il focus. I risultati arrivano. Non bisogna lamentarsi ma continuare a comunicare, fare e perseverare. Questa è la ricetta uguale per tutto. Ognuno è libero di scegliere il percorso e gli strumenti, oltre le persone, come da sempre. Bisogna essere presenti in prima persona e non aspettarsi una bacchetta magica. E poi si riesce anche ad accelerare.