Quanto costa smaltire l'amianto?

Quanto costa smaltire l'amianto?

Ormai dal 1992 la produzione e la vendita dell'amianto in Italia sono vietate, eppure secondo gli ultimi aggiornamenti CNR (Consiglio Nazionale di Ricerca) sul territorio nazionale ce ne sarebbero più di 30 milioni di tonnellate. I costi per la rimozione e lo smaltimento sono di circa 10 euro al metro quadrato, a cui si aggiungono i costi burocratici e degli oneri di sicurezza.

1. Fattori che incidono sul prezzo

Fornire una stima dei prezzi per questo servizio è molto complesso. In linea generale, i costi per lo smaltimento dipendono dalla quantità del materiale da eliminare, dagli obblighi per la sicurezza in cantiere e dai costi fissi della pratiche burocratiche. Come si è detto sopra, i costi di rimozione e smaltimento sono di circa 10 euro al metro quadrato. A questi vanno aggiunti gli oneri per la sicurezza e le spese fisse per le pratiche.I costi fissi che il professionista deve sostenere per lo smaltimento non sono pochi e potrebbero far lievitare il preventivo anche più di 500 euro. Si dovranno eseguite le analisi, sarà redatto il piano di lavoro da presentare alla Asl e il POS (Piano Operativo di Sicurezza). Come si può facilmente intuire, il costo per la rimozione e lo smaltimento anche di una piccola cisterna d’acqua richiede tanta fatica e il coordinamento attività. Pertanto, nonostante le dimensioni ridotte dall’impianto da trattare, i costi si aggirano tra gli 800 ai 1200 euro. Le questioni relative alla sicurezza sul cantiere vanno valutate caso per caso. Occorre fare un’attenta analisi e redigere un piano di lavoro per la valutazione della sicurezza in relazione al metodo di bonifica scelto. È necessario aver compreso le caratteristiche della struttura prima di procedere alla sua rimozione. Dalla tipologia dell’edificio, infatti, dipendono i dispositivi di sicurezza installabili per eseguire la rimozione, e quindi anche il valore del preventivo finale. Sui capannoni che hanno una struttura senza soletta portante, con uno scheletro in acciaio o in cemento, non si ha la possibilità di muoversi agilmente sulla copertura. In questi casi è necessario proteggere gli operai dal rischio di caduta dall’alto. Si preferirà installare una rete di anticaduta elastica, dove gli spazi sono sufficientemente ampi e privi di ostacoli. In caso contrario, si ancorano gli operatori dall’alto attraverso delle imbracature e si definiscono delle manovre di salvataggio degli operatori in tempi brevi in caso di cedimento della struttura. Nel caso in cui il tetto del capannone abbia una soletta portante abbastanza resistente, il rischio di sfondamento della copertura in etherint è pressocché nullo. In questi casi, si procede alla realizzazione di una recinzione di sicurezza che circonda il perimetro del tetto e protegge dagli scivolamenti laterali verso il vuoto. Oltre a questi dispositivi di sicurezza, il cantiere va allestito con un’unità di decontaminazione per far cambiare il personale, la segnaletica perimetrale e gli eventuali comunicati che avvertono i condomini dell’imminente operazione. Rimuovere un serbatoio a terra è meno costoso rispetto alla rimozione dello stesso dall’ultimo piano di un palazzo. Nel secondo caso, si dovrà adottare un metodo che non comprometta la sicurezza dei condomini. Solitamente si preferisce far transitare l’oggetto da smaltire all’esterno del condominio, costruendo un ponteggio perimetrale. Un’altra variabile del costo di smaltimento è la prossimità delle discariche, ovvero dei centri di ritiro dell’amianto, in cui viene effettivamente smaltito il materiale. In Italia non sono moltissimi, di conseguenza bisognerà spostarsi e organizzare il trasporto del materiale su distanze variabili in base alla posizione geografica in cui ci si trova.

2. Chi può smaltire l'amianto

Ci sono due tipologie di amianto: a matrice compatta e a matrice friabile. L’amianto a matrice compatta, meglio conosciuto come ethernit, era usato come materiale di copertura e per i rivestimenti delle cisterne d’acqua. Possiede una struttura molto resistente, poichè il materiale è inglobato in una struttura in cemento che ne limita la fuoriuscita. Nonostante ciò, le particelle di amianto potrebbero disperdersi nell’ambiente in caso di rottura o per l’erosione causata da agenti atmosferici. La matrice friabile era invece utilizzata per le guarnizioni, come isolante e come rivestimento delle canne fumarie. Ciascuna tipologia necessita di un trattamento specifico e per ciascuna di esse l’azienda deve possedere un’autorizzazione che certifica l’iscrizione all’albo dei gestori ambientali. Quasi tutte le aziende possiedono l’autorizzazione di categoria 10 A, che consente il trattamento dell’amianto compatto. La categoria 10 B, invece, autorizza l’attività di bonifica di strutture contenenti amianto friabile come materiali isolanti e contenitori a pressione. Il trattamento dell’amianto di categoria 10 B richiede una procedura più complessa dato che l’amianto non è protetto da strutture di contenimento. Ad esempio, per la rimozione di strutture contenenti amianto friabile è necessario costruire una camera stagna in alluminio o legno, con attrattori di aria che inspirano l’aria contaminata.

3. Che procedura si segue per smaltire l’amianto?

I metodi di bonifica di una struttura contenente amianto sono tre:

  • Rimozione, che rappresenta il metodo vivamente consigliato per sbarazzarsi definitivamente dell’amianto;

  • Incapsulamento, con cui si riveste interamente lo strato di amianto per impedire alle fibre di diffondersi nell’ambiente;

  • Confinamento, che consente di sigillare la copertura di ethernit dall’alto, ma richiede un controllo periodico dello stato della struttura.

In tutti i casi precedenti, la messa in sicurezza degli operatori e dell’ambiente di lavoro sono la priorità. Gli operatori impegnati nei lavori indossano tute tyvek e mascherine FFP3.Nel caso specifico della rimozione di coperture in amianto compatto, si procede stendendo su entrambe le facce della lastra un incapsulante di tipo D, ovvero un collante che blocca le eventuali fibre libere sulla copertura. Questo processo di incapsulamento dell’ethernit previene la dispersione nell’ambiente e il conseguente rischio d’inalazione della sostanza. Le lastre così trattate vengono accatastate su appositi bancali e ricoperti da fogli di polietilene. Alla fine dei lavori, si sigillano le lastre, si impacchettano e si etichettano per marcare le caratteristiche del materiale. A questo punto, le lastre d’amianto possono essere inviate a uno stoccaggio autorizzato o in una discarica di prodotti pericolosi.

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